domenica, Dicembre 22, 2024
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Alfonsina Strada, tra le prime cicliste professioniste

Gli appassionati di ciclismo, che osservano di presenza o in tv non soltanto i campioni maschi, ma anche le campionesse, avranno sicuramente tifato, lungo le strade dell’ultimo Giro d’Italia donne, per la nostra Marta Cavalli, purtroppo terminata seconda al termine della corsa, dietro l’imbattibile olandesina Annemiek van Vleuten.

Forse, compiendo un salto all’indietro nel tempo e ricordando le nostre eroine del passato, sara’ sorto il desiderio di rivivere la storia dell’antesignana Alfonsina Morini, coniugata Strada, una ferrea professionista che gareggia sulle due ruote dal 1907 al 1936.

Nasce a Castelfranco Emilia nel 1891 da una coppia di contadini assai poveri e, sin da bambina, mostra grande entusiasmo per lo sport ciclistico, tanto da superare in velocità i maschietti del paese in gare organizzate tra amici.

I genitori insistono affinché lei si cerchi un mestiere e, per il suo futuro fatto di certezze, l’affidano ad un piccolo laboratorio perché la trasformino in una brava sartina. Lei si adegua mal volentieri e accetta la corte di un uomo buono e intelligente che la sposera’ praticamente subito, all’eta’ di soli quattordici anni, senza ostacolare la sua passione per il ciclismo.

E Luigi Strada e’ felicissimo quando Alfonsina decide di abbandonare ago e filo per dedicarsi anima e corpo alle gare in bici. Le regala un cavallo d’acciaio nuovo fiammante e lei, dopo essersi iscritta all’Unione velocipedistica italiana, partecipa a numerose corse, tra cui il Giro di Lombardia, come professionista.

Va subito ricordato che Alfonsina non eccelle in tali corse, ma molti spettatori, sulla linea del traguardo, le manifestano accoglienze decisamente ricche di entusiasmo, addirittura acclamandola come se si chiamasse Girardengo o Bottecchia.

Nel 1924 e’ ammessa, unica donna, al Giro d’Italia. Pigiare sui pedali di una bicicletta che pesa diversi chili sulle strade che attraversano molte regioni, non e’ impresa semplice. Ma lei non molla anche se accumula notevoli ritardi. Negli anni successivi non le viene rinnovata l’iscrizione al Giro, ma lei segue diversi tratti della corsa in bici per proprio conto e a sue spese.

La stima in lei di corridori e giornalisti e’ sempre crescente e in molti la incitano quando tenta di battere il record dell’ora femminile a Longchamp. Ci riesce alla grande facendo registrare un eccellente chilometraggio: 35,28.

Rimasta vedova di Luigi, si risposa con l’ex ciclista Carlo Messori e, abbandonata ogni velleita’ agonistica, apre a Milano una piccola officina per la riparazione di bici in via Varesina al civico 80. Malgrado la forte fibra, nulla puo’ contro un crudele infarto che la fulmina all’improvviso nel settembre del 1959 a soli sessantotto anni.

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