martedì, Dicembre 24, 2024
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ALCUNI “MAGHI” MILANESI

di Carlo Radollovich

Il cognome “Settala” ci porta indietro nei secoli vissuti nella nostra città, quando un esperto protomedico, di nome Ludovico, si occupava con alacrità degli ammalati di peste, sia in occasione del morbo sviluppatosi nel 1576 sia quando l’epidemia si scatenò ancora più gravemente tra il 1628 e il 1630.

Accanto a Ludovico fece parlare di sé il fratello Manfredo, considerato un “mago” da parte della cittadinanza solo perché era un appassionato di meccanica e in particolare della costruzione di alcuni automi, decisamente all’avanguardia per quei tempi. In effetti, chi si fosse intrufolato nel suo laboratorio per una breve visita, avrebbe osservato tra i vari “apparecchi” un drago che sputava lingue di fuoco e addirittura una sorta di robot che lanciava dalla sua bocca non solo serpentelli di pezza, ma anche strani orologi. Purtroppo, tutte le sue opere sono andate perdute.

Ben prima di Manfredo Settala era approdato a Milano, nel 1296, un altro “mago” ossia Raimondo Lullo (vedi foto), un abile alchimista, astrologo e pure missionario che fece edificare in città un particolare edificio sul quale fece scolpire, secondo una metodologia decisamente criptica, una serie di procedimenti chimici grazie ai quali si sarebbe potuto realizzare la ben nota “pietra filosofale” dai magici effetti. Tale casa rimase in vita sin verso la metà del Settecento. In seguito venne completamente abbattuta e, con lei, andarono disperse tutte le indicazioni per “costruire” la pietra filosofale.

Un altro alchimista, medico e scrittore, nato nella nostra città nel 1627, fu Francesco Giuseppe Borri. Trasferitosi a Roma in giovane età, fu ospite del marchese Massimiliano di Palombara che gli mise a disposizione un ampio laboratorio per poter mettere a punto la Grande Opera ossia, anche nel presente caso, la “pietra filosofale”. Secondo alcuni scritti, la sua realizzazione avrebbe dovuto essere effettuata in quattro fasi. La prima era denominata Nigredo (che contemplava certi annerimenti chimici), la seconda Albedo o sbiancamento, la terza Citrinitas o ingiallimento e infine il Rubedo o arrossamento.

Ma anche in questa circostanza, malgrado le iscrizioni peraltro ermetiche e certi simboli lasciati ai posteri, incisi su una particolare porta in pietra, tutte le formule scritte non sono mai state decifrate nel corso della storia…nemmeno con gli aiuti pratici espressi da Harry Potter…

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