Ornella Vanoni entra nell’aula magna dell’Università Statale vestita con un semplice manto nero e una fascia azzurra, accompagnata dalla rettrice Marina Brambilla e dal trombettista jazz Paolo Fresu, con il quale collabora da oltre trent’anni e che ha ricevuto, tra gli altri, il premio Arte e diritti umani di Amnesty International.
La Vanoni riceve la laurea honoris causa in Musica, Culture, Media e Performance e viene subito accolta, mentre ancora sta entrando in aula, da applausi scroscianti da parte di tutti. Infatti, non soltanto da persone dai capelli grigi, ma viene osannata anche da giovani e giovanissimi che rimarcano il suo stile inconfondibile e il suo nobilissimo prestigio.
Le parole della rettrice appaiono subito chiare e disegnano il grande valore musicale della cantante, accompagnato da una intelligenza tutta sua, particolarmente aperta, senza mai imporsi con cariche ricche di ostentate sensibilizzazioni.
Il palco vede e sogna soltanto lei, anche se Ornella dichiara con molta semplicità di non avere mai studiato ed essere assai lontana dalla conquista di quella vera coscienza che ancora attende. Ha poi elogiato le non comuni caratteristiche di Giorgio Strehler, al quale è rimasta legata per parecchi anni. Egli ha radicalmente trasformato, tra l’altro, il suo modo di presentarsi sul palcoscenico.
Sinceri complimenti vengono porti a lei in diretta anche da parte di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e pure dalla coetanea Liliana Segre, la quale ha voluto soffermarsi con la cantante per un breve saluto. Insomma Ornella Vanoni, al di là dei 55 milioni di dischi venduti, ha contribuito a valorizzare di molto la canzone italiana, non solo nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale.