di U.P.]
Anno nuovo, soliti aumenti. I pendolari non se la passano bene con i trasporti pubblici, lo sappiamo tutti. Ma anche coloro che utilizzano mezzi privati non stanno meglio. A parte il traffico, il più delle volte convulso su strade e autostrade, a inizio anno ci sono anche gli aumenti delle autostrade.
Aumenti non proprio ridotti come sulla Torino-Milano +4,60%, sulla tangenziale esterna + 1,90%, sulla Brescia-Padova + 1,62%, sulla Milano-Serravalle + 1,50%, sulla Pedemontana +0,90 %.
Quello che però più di tutti stupisce è l’aumento, dopo due anni e mezzo dalla realizzazione, del 7,88% della BreBeMi, una autostrada che brilla per il fatto che non sia molto frequentata dagli automobilisti e che già alla sua apertura prevedeva tariffe di pedaggio decisamente troppo alte per 62 chilometri di strada, tra l’altro senza alcuna area di servizio.
In realtà, per i responsabili della struttura, l’aumento risulta necessario e in linea con le delibere del Cipe. Inoltre, sulla BreBeMi il traffico sembra in leggero aumento anche se si è ancora lontani dai 60.000 veicoli al giorno che è la soglia minima prevista dal piano finanziario.
Certo, con gli aumenti tariffari così pesanti sarà difficile raggiungere questo obiettivo in tempi brevi. E’ vero che esistono dei meccanismi di sconto che arrivano al 15% per chi è dotato di Telepass, e che probabilmente, l’interconnessione con la A4 favorirà ulteriori ingressi, ma questa situazione preoccupa molto relativamente i responsabili.
Non dimentichiamo, infatti, che queste autostrade, BreBeMi in testa, usufruiscono di una rendita di posizione monopolistica comunque garantita dallo Stato, con aiuti o garanzie pubbliche, cioè da parte di tutti noi, e che consentono quindi anche il recupero dei mancati ricavi.
E come al solito il cerchio si chiude sui più deboli… che sono sempre quelli che pagano.