di Carlo Radollovich
Il Petrarca fu al servizio dei Visconti, sotto la protezione dell’arcivescovo Giovanni e poi di Galeazzo II, tra il 1353 e il 1361, anno in cui decise di lasciare la nostra città per l’incombente espandersi della terribile epidemia pestilenziale.
Abitò dapprima nei pressi di San Sempliciano, susseguentemente in via Lanzone (qui ricevette la visita del Boccaccio), dimora situata abbastanza vicino alla basilica di Sant’Ambrogio. Purtroppo, la sua casa venne inglobata nel convento delle Suore Benedettine di San Michele sul Dosso e se ne sono perse le tracce. In seguito poté risiedere alla Certosa di Garegnano, però nella costruzione originaria. E quando la Certosa venne riedificata nel Cinquecento, non fu più possibile ricostruire in quale ala dell’edificio egli abitasse.
Va sottolineato che nella cascina Linterno, in zona Baggio / Quarto Cagnino, egli trovò grande silenzio e serenità. Grazie anche alla frescura campestre, attorniato da cento ruscelli ove scorrevano limpide acque zampillanti e l’aria veniva definita dal poeta “purissima”, trovò la giusta concentrazione per dedicarsi al suo ”Canzoniere”, a numerosi saggi in lingua latina, e alle sue notissime Rime. Si compiacque della scelta di staccarsi dai rumori della città, che evidentemente, già a quei tempi, si facevano sentire.
In origine, la cascina Linterno, appartenente alla nobile famiglia Marliani, era un insediamento rurale fortificato. Vi si trova ancora oggi una chiesetta, restaurata nel 2005, contenente alcune statue lignee di apprezzabile fattura. Si racconta che il Petrarca, da una sua camera, assistesse direttamente alle funzioni religiose celebrate da alcuni frati.
E’ possibile documentare storicamente la presenza del poeta presso la cascina ? Un incunabolo del 1474, oggi conservato alla Trivulziana di Milano e scritto per l’appunto nel centenario della sua morte, ci dice senza ombra di dubbio che Francesco abitava qui, a quattro miglia da Milano, in una dimora modernamente edificata. La cascina, in origine, era denominata “Infernum” e fu lo stesso Petrarca a modificarne il nome, derivandolo da “Liternum”, ossia la villa di Scipione l’Africano sui Campi Flegrei.
Nell’aprile del 2005, la giunta Albertini decise, sorretto da un’ampia maggioranza, l’acquisizione dello storico monumento da parte del Comune di Milano.
Da ultimo riferiamo che il Petrarca, dopo il 1361, non si dimenticò affatto di Milano (episodio della peste a parte) e nemmeno degli amicissimi Visconti. Arrivò nella nostra città, saltuariamente, giungendo da Pavia e l’ultimo suo viaggio a Milano avvenne nel 1368.