di Carlo Radollovich
Nata nel 1387 sotto Gian Galeazzo Visconti e promossa dall’arcivescovo Antonio da Saluzzo (1330-1401), si è occupata da quell’anno della costruzione della cattedrale, del reperimento dei fondi necessari per tenerla in vita e pure dell’amministrazione.
Il consiglio d’amministrazione è formato da sette membri che restano in carica per tre anni. L’attuale presidente è monsignor Gianantonio Borgonovo, studioso particolarmente erudito, già direttore della Biblioteca Ambrosiana.
Di che cosa si occupa principalmente la Fabbrica? Gestisce piccoli e grandi cantieri riguardanti l’esterno e l’interno della cattedrale e cura l’escavazione dei marmi, indispensabili per le numerose opere di restauro relative a tutte quelle parti che subiscono purtroppo attacchi da parte degli agenti atmosferici.
Ma la Fabbrica è anche custode di migliaia di registri, di centinaia di cartelle storiche, di un’infinità di lettere e di disegni, di quasi diecimila volumi, di una vastissima fototeca e di numerosissimi spartiti della cappella musicale. Il tutto viene gelosamente custodito nell’apposito Archivio della Veneranda Fabbrica (piazza Duomo, 20), archivio consultabile e che è stato sovvenzionato per un terzo da enti pubblici e da due terzi da privati. Si tratta di una sorta di “taccuino giornaliero” degli episodi riguardanti non solo la cattedrale, ma anche l’intera città: un prezioso gioiello ove tutto è stato registrato, annotato e accuratamente catalogato dal 1387 in poi.
L’archivio ha triplicato nel frattempo gli spazi riservati agli studiosi e al pubblico in generale e ci si potrà sbizzarrire andando alla ricerca delle notizie più curiose: dalle donazioni susseguitesi nei secoli alla riscoperta dei progetti relativi alla progettazione, costruzione e posa della nostra Madonnina sulla guglia più alta, dai singoli lavori di minore impegno al restauro dei piloni del tiburio (vedi foto), dalla risistemazione degli organi e delle cantorie alle infinite operazioni di pulitura delle parti interne della chiesa, dalla sistemazione delle guglie più ammalorate ai vari interventi sulla pavimentazione.
Insomma, un mondo che possiamo avere a disposizione per una dettagliata acquisizione di dati storici, importanti e anche meno di spicco, in grado comunque di arricchire ulteriormente la nostra cultura. E dal momento che ci troviamo qui, sarebbe davvero sprecato non recarci a visitare il Grande Museo del Duomo, per osservare da vicino l’immenso patrimonio artistico della cattedrale.