di Carlo Radollovich
Quando l’imperatore Costantino, nella nostra città, promulgò il noto editto del 313, grazie al quale si garantiva ai cristiani piena libertà di culto, si osservava, quale probabile conseguenza del riacquistato senso di libertà, non solo sotto il profilo religioso, un certo risveglio a carattere edilizio.
Ovviamente, con il rafforzamento del potere da parte del clero, si iniziò anzitutto a costruire luoghi di culto. E le basiliche rappresentarono nei decenni successivi una vera chicca per Milano, anche dal punto di vista architettonico.
Questi templi nascevano con una speciale caratteristica: dovevano infatti essere eretti con l’abside rivolto verso oriente. Le nuove basiliche mostravano un asse est-ovest, chiaramente in contrasto con il reticolo urbano allora presente. Tracce di tale contrasto le possiamo notare in piazza Duomo, ove il Palazzo Reale è situato in posizione obliqua rispetto alla cattedrale. Il perché di tale “stortura” è semplice: venne eretto sul preesistente broletto, a sua volta costruito su un impianto romano.
Un notevole impulso alla costruzione di basiliche venne dato dal vescovo Ambrogio, Padre della Chiesa, abile politico e sotto un certo aspetto pure urbanista, a capo della diocesi milanese dal 374 al 397. In effetti, le quattro basiliche che egli fece costruire fuori le mura, si rivelarono al centro di un importante sviluppo edile. Si tratta della Basilica delle Vergini (San Sempliciano), della Basilica del Salvatore (alcune tracce di questo tempio sono state individuate alcuni anni fa presso i giardini pubblici Indro Montanelli), della Basilica degli Apostoli (San Nazaro) e della Basilica dei Martiri (che ospitò la tomba del vescovo Ambrogio e ne ereditò il nome).
Nessuna delle basiliche nominate ci è pervenuta con le varie parti originali: sono state infatti eseguite ricostruzioni tra il X e il XII secolo.
Un paio d’anni prima della morte del vescovo, venne eretta la basilica di San Lorenzo (vedi foto), nata come “Basilica palatina”, ovvero chiesa destinata all’imperatore, sicuramente Teodosio (347-395). Il tempio, essenzialmente romano nella sua complessa architettura, subì diversi incendi e pure terremoti. L’ultima ricostruzione risale ai tempi di San Carlo, ricostruzione operata da quell’abile architetto di nome Martino Bassi, già attivo collaboratore della Fabbrica del Duomo nonché progettista delle navate e della facciata relative alla chiesa di Santa Maria della Passione.