di Carlo Radollovich
Si sta tentando, in Lombardia, di promuovere l’obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche relative a difterite, poliomelite, pertosse, Hib (influenze), morbillo, rosiolia e parotite.
E si vuole pure varare un progetto di legge che inviti tutti i Comuni lombardi a verificare che le vaccinazioni siano state praticate prima dell’iscrizione dei bambini all’asilo nido. Si dovrà tuttavia accelerare i tempi affinché questa operazione venga legittimata entro breve, per consentire che il tutto entri in vigore già dal prossimo anno scolastico.
Che cosa si desidera anzitutto contrastare? Senz’altro il calo delle vaccinazioni, da qualche tempo in discesa con tutti i rischi che ne derivano. Infatti, un bimbo non vaccinato può non soltanto contrarre la malattia, ma anche infettare gli altri. Intendiamoci, il totale dei bimbi vaccinati copre oggi, nella nostra Regione, una percentuale che si attesta su una media del 95% circa, ma gli sforzi dei legislatori devono concentrarsi al massimo per “sanare” questa differenza del 5%.
Se il progetto venisse approvato, la Lombardia anticiperebbe tutte le altre Regioni. Sappiamo che, sotto il profilo nazionale, la legge non ha proseguito il suo normale corso, avendo rallentato i propri ritmi. Ciò costituisce un motivo in più per cercare di sveltire la realizzazione del progetto concepito a livello regionale. Inoltre, così facendo, la Lombardia contribuirebbe a promuovere anche la cultura della vaccinazione, con la possibilità di far comprendere ai genitori l’importanza della salvaguardia, pure in questa circostanza, della salute dei propri figli.
Basti pensare che il morbillo, in assenza di profilassi, può eventualmente causare infezioni polmonari, mentre la rosolia può addirittura provocare cardiopatie.
Per concludere, sottolineiamo che i vaccini rappresentano un’autentica conquista della medicina, in grado di assicurare ai nostri figli una valida qualità della vita.