di Carlo Radollovich
Finalmente, dopo anni di abbandono e di strane fasciature plasticate attorno ai ponteggi, sta per terminare la triste storia di questi caselli che, cessato il loro compito daziario, sembravano svolgere nel dopoguerra la “funzione” di fedeli guardiani dell’Arco della Pace.
Erano stati eretti nel 1840, non solo per la riscossione dei tributi dovuti, ma anche per creare uno stacco tra città e campagna (si pensi che la vecchia chiesa della Santissima Trinità, situata nella centralissima piazza omonima e abbattuta nel 1967, era considerata nell’Ottocento “tempio campagnolo”).
L’auspicato risanamento potrebbe essere ultimato entro la fine del 2016, ma l’azienda concessionaria, che verserà al Comune di Milano un canone annuo di 200mila euro per vent’anni, non cita date precise.
I caselli sono due. Il primo, quello di Levante, dopo il termine dei lavori sarà destinato alla divulgazione della cultura alimentare e disporrà di una piccola struttura per la ristorazione. Il secondo, quello di Ponente, sarà dedicato all’arte e alla storia del territorio, con la possibilità di ospitare vari eventi tra cui concerti, incontri culturali e presentazione di libri.
La lunga trattativa, culminata con la firma relativa all’accordo per il restauro, prevede tra l’altro la chiusura degli androni con opportune vetrate, androni che verranno ufficialmente presentati come aree di servizio pubblico. Il Comune potrà usufruire del casello di Levante per 5 giorni all’anno, mentre utilizzerà quello di Ponente per 30 giorni all’anno dopo aver pattuito le date relative con l’azienda concessionaria.
Per la verità, se non fossero sorte complicazioni in fase di definizione delle varie pendenze con la concessionaria, i caselli avrebbero dovuto essere già operativi per l’Expo 2015.
Si confida ora che il tutto fili liscio senza intoppi di sorta. Due edifici certamente caratteristici, appena fuori dal parco Sempione, conferiranno ancora più smalto alla nostra bella Milano.