di Carlo Radollovich
Circa un anno fa, sul nostro giornale, ci eravamo occupati di questo corso d’acqua che, con le sue esondazioni, aveva provocato danni a diverse località brianzole e anche alla periferia milanese.
Erano stati compiuti diversi studi nel tentativo di mettere in sicurezza il fiume, nel suo tratto più a Nord, specialmente per questo periodo autunnale, ove le piogge, accantonata la momentanea siccità, sicuramente torneranno a farsi vive, speriamo in modo non prepotente.
In effetti, nel provvedere a tranquillizzare le popolazioni milanesi con indispensabili lavori, occorreva contemporaneamente gestire con oculatezza il fiume nel suo tratto più alto.
Bene ad esempio la diga varata sul lago di Pusiano, grazie alla quale potrà essere possibile regolare più efficacemente le varie piene. Lavoro importante, senza dubbio, ma devono seguirne altri. Aggiungiamo infatti che, qualora certi finanziamenti fossero erogati con puntualità, dovrebbero essere potenziate le sponde del Lambro a Carate Brianza e a Verano, pulendo radicalmente l’alveo del fiume al tempo stesso.
E che ne è delle vasche di laminazione (ossia serbatoi espressamente realizzati per ridurre la portata di un corso d’acqua) a suo tempo progettate per Brenno e Inverigo ? Per ora lo studio è rimasto tale a causa di mancanza dei fondi necessari.
Altro punto dolente è costituito dalla città di Arcore che, giusto un anno fa, venne invasa dal corso d’acqua per buona parte. Tuttavia, la situazione ancora più seria si presenta a Monza, località che, trovandosi nel tratto più urbanizzato del fiume, è spesso soggetta a frequenti inondazioni. Si spera che, entro l’anno, le necessarie opere di miglioramento possano essere assegnate. In sostanza, dovrà essere messa in sicurezza l’area delle Grazie Vecchie, ove si dovrà erigere un muro di contenimento. In seguito si dovranno innalzare gli argini di via Cantore e, infine, in pieno centro storico, dovrà essere eseguita un’attenta e radicale riparazione dell’argine.
Messo a punto l’alveo del fiume a settentrione, si potrà meglio gestire il Lambro anche a valle, con le necessarie e supplementari opere protettrici.