di Giovanna Guiso
Parte la nuova campagna nazionale Pink is Good della Fondazione Veronesi per ottimizzare e promuovere la diffusione su tutto il territorio nazionale del programma di screening mammografico per la prevenzione del tumore al seno. Per la prima volta aderiscono l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), la Società italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), la Società italiana di Medicina Generale (SIMG) e l’Osservatorio Nazionale Screening (ONS).
L’obiettivo è raggiungere il 100% di adesione della popolazione femminile allo screening pertanto nelle prossime settimane la Fondazione Umberto Veronesi distribuirà materiale informativo sulla prevenzione del tumore al seno, negli ospedali italiani, ASL, consultori e ambulatori di ginecologi e medici di famiglia.
Oggi nel nostro Paese, 8 pazienti su 10 riescono a sconfiggere il tumore al seno grazie anche alla ricerca biomedica che ha scoperto e personalizzato terapie sempre più efficaci, e grazie alla diagnosi precoce il cui strumento più importante è la mammografia. La malattia può essere sconfitta solo se è identificata nelle fasi iniziali e adeguatamente curata: solo così la sopravvivenza può arrivare fino al 98%. Purtroppo però il 30% delle donne italiane tra i 50 e i 69 anni di età non si sottopone alla mammografia nonostante questo esame salvavita sia offerto gratuitamente dalla propria Regione, sia sicuro e poco invasivo. Le motivazioni che impediscono alle donne di svolgere gli opportuni controlli sono la pigrizia, la paura o la noncuranza del pericolo: è quindi necessario invitarle a essere più consapevoli di se stesse e attente alla propria salute. Un ruolo importante in questa sensibilizzazione possono svolgerlo i ginecologi insegnando alle loro pazienti a fare l’autopalpazione del seno ed eseguendo un controllo al seno durante la visita ginecologica, nonché i medici generici convincendo le pazienti a partecipare al programma di screening.
Lo screening fa parte dei servizi di assistenza essenziale ovvero nelle prestazioni sanitarie che spettano ai cittadini indipendentemente dalla regione di residenza. È rivolto ogni due anni alle donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni, anche alle donne di origine straniera diventate cittadine italiane, le quali ricevono a casa una lettera con l’invito a recarsi nel centro ospedaliero più vicino per sottoporsi alla radiografia.
Purtroppo la copertura di questo esame non è uniforme su tutta la Penisola, soprattutto al Sud dove la Regioni non si organizzano e l’invito a casa non arriva (al Nord la ricevono 9 donne su 10, al Centro 8 su 10, al Sud solo 4 su 10). Ciò spiega almeno in parte perché solo il 57% delle donne italiane aderiscono allo screening e perché in percentuale diversa da regione a regione (dal 76% della provincia di Trento, al 20% della Campania e al 26% della Calabria – dati Osservatorio Nazionale Screening).
La campagna Pink is Good si prefigge di promuovere la prevenzione attraverso una corretta informazione su come evitare il tumore al seno e, contemporaneamente, sostiene la ricerca contro il cancro grazie al finanziamento di borse e progetti di ricerca per medici e scienziati che intendono dedicare la propria vita allo studio di questa patologia.
“La ricerca ha cambiato la vita di migliaia di donne – afferma Veronesi -. È importante sostenerla perché continui a individuare soluzioni innovative per anticipare il più possibile la diagnosi e trovare nuove terapie e farmaci in grado di sconfiggere definitivamente il carcinoma mammario. Per migliorare ulteriormente la possibilità di diagnosi precoce, come Fondazione stiamo elaborando una proposta al Ministero della Salute per includere nello screening mammografico le donne dai 40 fino ai 75 anni, così come hanno già iniziato a fare alcune Regioni. Bisogna valutare l’ipotesi di proporla annualmente e non ogni due anni. Si deve anche studiare la possibilità di offrire gratuitamente alle donne dai 35 anni ai 50, ogni anno, l’ecografia che meglio “vede” attraverso i tessuti più densi di un seno giovane. Infine, non dobbiamo dimenticare l’importanza della prevenzione primaria: gli stili di vita sani rimangono, infatti, la prima arma a nostra disposizione per tenere lontani i tumori”.