L’indimenticata Alda Merini, delicata poetessa e scrittrice talentuosa, nasce nella nostra città nel marzo 1931 da umile famiglia. Dopo aver frequentato le scuole elementari, si iscrive alla scuola media “avviamento al lavoro” tentando poi di iscriversi al liceo Manzoni, ma non viene ammessa perché bocciata, ironia della sorte, nella prova di italiano.
Ma la ragazza non si perde d’animo e scopre nel frattempo la sua vocazione poetica. Giacinto Spagnoletti, il noto critico letterario spentosi dieci anni fa, il quale aveva intuito da tempo le grandi qualità di Alda (ora diciannovenne), ritiene di pubblicare due sue composizioni nell’ “Antologia della poesia italiana contemporanea” . Ma anche Eugenio Montale si interessa al suo particolare stile e suggerisce all’editore Giovanni Scheiwiller di stampare due sue poesie inedite nell’antologia “Poetesse del Novecento”. Nei primi anni Cinquanta, Alda Merini frequenta Salvatore Quasimodo, che dimostrerà sempre la sua sincera amicizia. Nel 1953 sposa Ettore Carniti, proprietario in Milano di diversi negozi e nello stesso anno esce il suo primo volume in versi dal titolo “La presenza di Orfeo”. Seguiranno altre raccolte di poesie tra cui “Paura di Dio”, “Nozze romane”, e “La pazza della porta accanto”. Dopo la pubblicazione di “Tu sei Pietro” (1962), viene ricoverata presso l’ospedale Paolo Pini per disturbi imputabili alla sindrome bipolare, una malattia che riflette parecchie manifestazioni depressive, di cui soffrivano Baudelaire e Virginia Wolff. Ritornata in famiglia, purtroppo solo ad intervalli, riprende a scrivere con rinnovata passione e nascerà ben presto il suo capolavoro “La terra santa”, che comprende quaranta liriche, con tema dominante il “manicomio”, e che rende palpabili le pene interiori sopportate dalla stessa Alda Merini, mirabilmente espresse. Nel 1983 muore suo marito e nello stesso anno conosce l’anziano poeta Michele Pierri, di professione medico. Lo sposa e la coppia va ad abitare per qualche tempo a Taranto. In questa città, Alda porta a termine “L’altra verità, diario di una diversa”, ove descrive, per la prima volta in prosa, le sue dolorose esperienze interiori, affermando comunque che il vero manicomio si trova al di fuori della casa di cura, nella vita di tutti i giorni, specialmente quando si devono affrontare i giudizi espressi da molte persone su coloro che sono stati ricoverati. Scrive successivamente, in versi, “ La volpe e il sipario”, “Testamento”, “Delirio amoroso” e il volumetto “Aforismi”. Frequenta nel frattempo il caffè-libreria Chimera, vicino alla sua abitazione sui Navigli. Nel 1994 esce “Sogno e Poesia”, comprendente venti composizioni in versi e poi “Ballate non pagate”, ove vengono descritti diversi incontri con la gente avvicinata sui Navigli, ma anche con persone giornalisticamente note (vedi Giorgio Manganelli). Ecco poi apparire il volumetto “Alda Merini”, che contiene poesie inedite, e “Superba è la notte”. Incontra pure successo una sua videocassetta dal titolo “Più bella della poesia è stata la mia vita” e ancora “L’anima innamorata”, “Poema della croce”, “Mistica d’amore”. Nel 2004, a seguito di numerosi malanni fisici, viene ricoverata all’ospedale San Paolo. Riesce tuttavia a riprendersi, tanto che la cantante Milva si esibisce, lei presente, rappresentando undici motivi tratti dalle poesie di Alda: il teatro Strehler tributa calorosi applausi sia alla cantante, sia alla poetessa. Ma la robusta fibra di Alda si indebolisce sempre più. A seguito di una dolorosa forma tumorale si spegne nel novembre 2009.
Carlo Radollovich