di Carlo Radollovich
Questa mattina, in via Confalonieri 14, all’Isola, è stata inaugurata una Casa del tutto speciale, un autentico scrigno dei ricordi, con la partecipazione del sindaco Pisapia, del vice sindaco De Cesaris e dei rappresentanti di varie associazioni che risiederanno nell’edifico.
Progettata dallo studio associato Baukuh, la costruzione si offre come spazio pubblico del tutto nuovo per attività culturali, didattiche e scientifiche, dedicato alle associazioni, alle scuole e a tutti i milanesi.
La Casa della Memoria, finanziata con un contributo straordinario che sfiora i quattro milioni di euro da parte del gruppo immobiliare Hines e messa in cantiere circa un anno e mezzo fa, si presenta come un grande parallelepipedo in mattoni rossi, riflettente all’esterno l’antica tradizione lombarda delle decorazioni in laterizio, su cui sono state raffigurate immagini e personaggi-simbolo della storia di Milano. Ed è in effetti già pronta a spiegare la complessa memoria di una grande città.
Entrando, i visitatori possono subito osservare la curiosa e consistente vite gialla della scala che conduce ai piani superiori, una scala che nel suo percorso sembra esercitare uno speciale “movimento” in coloro che si accingono a rivolgere lo sguardo alla collezione di immagini esposte. Infatti, pare che queste, per effetto di tale “movimento”, si avvicinino e si allontanino contemporaneamente dal visitatore.
La Casa della Memoria, all’interno, è interamente rivestita di immagini che riflettono momenti rappresentativi della storia milanese dei due dopoguerra. Si notano ritratti di persone anonime (operai, studenti, donne che partecipano a diverse manifestazioni) e inquadrature di attimi di particolare importanza che si susseguono nella vita di Milano. Le foto, in generale, “parlano” di tutto: da assalti squadristi del Ventennio alla tragedia di piazza Fontana del 1969, dalle efferatezze compiute negli anni di piombo alle violenze terroristiche, dall’emancipazione femminile alle lotte operaie, dalle varie adunanze popolari al comandante dei partigiani Moscatelli che annuncia in piazza del Duomo l’avvenuta liberazione della città.
Tutte le immagini sono permeate di ricca sentimentalità. Va sottolineato infine che l’intero programma iconografico è stato messo a punto, con provata esperienza, da un’intera squadra di validi artisti e di rodati progettisti.