Dopo averne subito per mesi l’ingombrante presenza, atteso da tutti i residenti del quartiere Musocco−Garegnano, finalmente si è svolto il 25 novembre scorso lo sgombero della “zingaropoli” (oltre 600 individui) creatasi da mesi in due adiacenti aree industriali a lato dell’imbocco autostradale di viale Certosa. Per molti mesi, in particolare fino al termine dell’estate, il Comune aveva gravemente sottovalutato la questione.
Furti, scippi, aggressioni sono stati per mesi la norma nel quartiere Musocco − Certosa e nella zona Espinasse − Varesina. Nonostante gli allarmi da noi lanciati dalle pagine de ilMirino e in Consiglio di Zona 8, gli esposti dell’assessore Provinciale Bolognini, gli articoli sulla stampa, i servizi televisivi e i continui solleciti dei residenti, gli zingari sono stati liberi di mettere sotto assedio la Zona.
Se il Comune si fosse mosso fra marzo e aprile, quando partirono le nostre prime segnalazioni e con Matteo Salvini attirammo anche l’attenzione dei media andando all’interno delle aree occupate, si sarebbe trovata una situazione assai meno grave, evitando mesi di soprusi e crimini subiti dai residenti. Ma le nostre denunce insieme a quelle dell’assessore Provinciale Stefano Bolognini (la cui pressione costante al tavolo della sicurezza Provinciale è stata fondamentale) e alle proteste dei cittadini sono rimaste a lungo inascoltate.
Senza imbarazzo affermiamo che il Comune ha tergiversato troppo nei mesi scorsi, lasciando che la situazione si aggravasse oltre misura. Il Sindaco poteva e doveva agire già in primavera, emettendo un’ordinanza sindacale per questioni igieniche e sgomberare.
La volontà dell’amministrazione Comunale di integrare chiunque arrivi, offrendo a tutti soluzioni abitative, percorsi di integrazione, ecc. rendendo di fatto Milano una città “amica dei Rom”, è stata la causa dei tempi lunghissimi per l’intervento. Oltre a un costo economico, è stato pagato dalla cittadinanza anche un costo morale e sociale.
Enrico Salerani – Capogruppo Lega Nord CdZ8