di Carlo Radollovich
Il costante progresso tecnologico premia questa straordinaria apparecchiatura, grazie soprattutto alla sua estesa versatilità.
E’ ora usato anche in ambiti civili, ad esempio per riprese cinematografiche dall’alto, per monitorare la fauna selvatica, per la sorveglianza aerea di alcune coltivazioni o di oleodotti, per la prevenzione degli incendi, ma anche per semplice hobby.
Il prezzo varia da 50 euro (versione “giocattolo”) sino a 12mila euro circa, realizzato in fibra di vetro o di carbonio, dotato sino a otto eliche, di un computer di bordo con tanto di giroscopio, sistema telemetrico e Gps, con autonomia di funzionamento che varia dai 15 ai 30 minuti.
Ogni nazione dispone di un proprio regolamento sul suo uso, ma si tende ad armonizzare in tutto il mondo le norme che ne disciplinano l’impiego, limitando ad esempio l’altezza (massimo 150 metri contro i 1000 previsti oggi da più parti) nonché la possibilità di guida: l’apparecchiatura dovrà infatti essere sempre sotto il diretto contatto visivo di chi lo governa. Certo, occorre conoscere bene le regole che consentono il volo di questi intelligenti oggetti, ma non vi è obbligo di frequentare corsi per entrare in possesso di un diploma. Occorre tuttavia, almeno per quanto riguarda l’Italia, entrare in possesso della necessaria autorizzazione rilasciata dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), la cui mancanza non copre da rischi relativi alla sicurezza di persone o di cose.
Si desidera in ogni caso tenere sotto controllo, per quanto possibile, la vendita dei droni, poiché quando il commercio degli apparecchi si estenderà, sarà facile che questi apparecchi possano essere utilizzati con disinvoltura dalla criminalità comune. Si pensi soltanto al possibile trasporto di piccole partite di droga o addirittura di esplosivi e si dovrà pertanto ideare una rete protettiva basata sulla loro individuazione.