venerdì, Ottobre 3, 2025

Gian Galeazzo Visconti, una vicenda poco nota

Gian Galeazzo, nel 1394, inviò in Boemia, all’attenzione dell’imperatore Venceslao (1361 – 1419), diversi suoi ambasciatori, tra cui un certo Pietro Filargo, dell’Ordine di San Francesco, che in seguito divenne arcivescovo di Milano e poi addirittura pontefice nel 1409 con il titolo di Alessandro V (ma successivamente considerato antipapa con l’accusa di aver fatto avvelenare il cardinale Baldassarre Cossa).

Qui la storia si complico’, e lo diciamo soltanto per rinfrescare la memoria di eventuali lettori distratti. Alessandro V, si rivelò in pratica un secondo papa, tra Benedetto XIII, pontefice considerato tale a tutti gli effetti, e Gregorio XII, il quale, spogliatosi dei simboli del potere papale, “mise nei guai” Alessandro V che successivamente venne considerato antipapa sotto ogni profilo.

Rientrando a commentare Gian Galeazzo, ci si chiede: come mai il futuro duca volle inserire tra i suoi progetti l’imperatore Venceslao ? Molto semplice, egli lo aveva pregato in precedenza, anche tramite lettera, di sondare la possibilità di diventare duca di Milano, carica che ardentemente desiderava. L’imperatore fini’ per accogliere tale richiesta anche perché avrebbe ricevuto una importante somma di denaro.

Rimane la constatazione che, nel maggio 1395, sulla piazza dedicata a Sant’Ambrogio, venne allestita una capiente costruzione completamente in legno, addobbata con segni ben visibili che richiamassero la grandezza del festeggiato neoduca. Si calcola che parteciparono alla festa circa duemila persone, creando un importante forma di celebrazione che riguardò non soltanto parecchi appartenenti al clero, ma anche cavalieri e ambasciatori di spicco.

Furono operative diverse giostre e soprattutto tornei a cavallo, particolarmente apprezzati dai presenti. Ne fece ovviamente le spese Gian Galeazzo Visconti il quale dovette sborsare un’importante cifra: circa duecentomila ducati.

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