di Carlo Radollovich
L’assessore alla Cultura, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Cristina Cappellini, ci ha dato in questi giorni una bella notizia: il cavallo in bronzo di Leonardo, collocato a Vinci nel 2001, ci verrà consegnato in prestito per sei mesi dalla cittadina toscana.
Giungerà ai primi del prossimo mese di aprile nella piazza di Palazzo Lombardia, giusto in tempo per “presenziare” all’inaugurazione di Expo 2015.
Con l’occasione, vale forse la pena di effettuare una breve ricostruzione storica per conoscere progetti e origini di questo superbo e prestigioso cavallo che Leonardo ideò, senza purtroppo realizzarlo.
I progetti del grande maestro furono in sostanza tre: il primo, sottoposto a Ludovico il Moro, studiato per riprodurre l’animale nell’atto di impennarsi incutendo timore al nemico. Furono eseguiti diversi bozzetti, ma non se ne fece nulla. Nel secondo progetto, la cui realizzazione sarebbe stata dedicata a Francesco Sforza, venne abbandonata l’idea del cavallo rampante per rappresentarlo semplicemente al passo, prefigurando un destriero alto ben sette metri.
Il modello in creta, davvero colossale, venne esposto al Castello nel 1493, con l’intesa che sarebbe poi stato ricoperto di uno strato di cera e di una particolare rivestitura entro la quale sarebbe stato versato il bronzo fuso (ben cento tonnellate). Ma il metallo non poté essere reperito cosicché Leonardo decise di partire per Mantova. Il modello accennato venne distrutto dalle truppe francesi di Gian Giacomo Trivulzio, nominato maresciallo di Francia, perché preso a bersaglio dai militari.
Il terzo progetto, relativo ad un cavallo sia impennato, sia al passo, venne studiato da Leonardo, ritornato a Milano nel 1506, per il Trivulzio, ma anche in questo caso non se ne fece nulla.
Le versioni contemporanee, sempre su studi del grande maestro, vedono il coinvolgimento, nel 1977, di Charles Dent (aviere statunitense amante della scultura) e, alla sua morte, di Frederik Meijer. Quest’ultimo si sobbarcò le spese relative a due creazioni: una per sé e l’altra destinata a Milano. Venne infatti collocata nel settembre 1999 davanti all’ippodromo di San Siro, opera della scultrice americana Nika Akamu. La stessa scultrice venne infine incaricata di effettuarne una copia, di dimensioni più ridotte (2,5 metri d’altezza), da collocare in piazza della Libertà a Vinci.
Concludendo, i nostri concittadini avrebbero preferito, forse per attirare maggiori consensi, disporre a Milano dei bronzi di Riace, ma si ritiene che anche il cavallo leonardesco potrà suscitare vivo interesse tra il pubblico.