di Ugo Perugini
Non vorremmo essere fraintesi. Ma la galleria d’arte “Carré d’artista” di via Cuneo 5, che ha aperto ieri i battenti, sembra davvero un supermarket dell’arte. Questa semplificazione di tipo giornalistico potrebbe indurre a pensare a qualche forma di vendita di opere d’arte, di qualità mediocre o prodotte in serie. Ma vi garantiamo che non è così.
Parliamo di un’idea innovativa che arriva dalla Francia e che è già presente in molte capitali europee e mondiali come Parigi, New York, San Paolo, Montreal, Barcellona, Lisbona, Amsterdam. Ed ora approda, per la prima volta, in Italia. Un’idea che ha come obiettivo quello di avvicinare l’arte alla gente, sia per i prezzi decisamente contenuti, sia per la grande possibilità di scelta offerta, visti gli oltre 500 artisti internazionali presenti, pittori di qualità, con un proprio mercato, che hanno aderito entusiasticamente a questa originale iniziativa.
Ognuno di loro ha predisposto le proprie opere partendo dall’idea di inserirle in una tela quadrata, secondo 4 dimensioni diverse: 13×13 cm, 19×19 cm, 25×25 cm, 36×36 cm. A ogni dimensione, corrisponde un prezzo fisso e cioè 75 euro il primo formato, 120 euro il secondo, 210 euro il terzo e 360 euro il più grande.
La prima galleria d’arte italiana “Carré d’artista” è una location piuttosto piccola ma, grazie a una soluzione razionale di esposizione, consente di poter esaminare un numero notevole di opere di 15/20 artisti di stili diversi, con estrema facilità. Le tele, infatti, protette da involucri di plastica, possono essere “passate” rapidamente, una ad una, tra le dita, come si potrebbe fare per le copertine di dischi, finché non si arriva a quella che più di tutte ci piace e acquistarla. Se le opere fossero state tutte incorniciate e appese alle pareti sarebbe stata necessaria una galleria decine di volte più grande.
Qui, in altri termini, si vende l’idea, la creatività pura dell’artista, senza attenzione alla presentazione o al packaging, intendendo con questo termine la cornice, il vetro, il passepartout, ecc. E anche in questo aspetto c’è vicinanza a certe soluzioni della grande distribuzione quando ricorre alla vendita delle merci sfuse.
Qualcuno potrebbe osservare che in questo modo, il mercato dell’arte potrebbe diventare simile a un supermercato, parlare di mercificazione dell’attività creativa. Crediamo che a questa obiezione si debba rispondere in modo decisamente negativo. Il nostro parere è che le persone devono cominciare ad apprezzare l’arte nella vita di ogni giorno, come un bisogno primario, come una costante ricerca della bellezza, come il desiderio di appropriarsi di qualcosa che non è riproduzione in serie o multiplo ma un’opera autentica, garantita e realizzata dalla mano stessa dell’artista. Cosa che con altri sistemi non sarebbe possibile permettersi se non investendo cifre da capogiro.
Non parliamo, quindi, di opere “minori”. Nel tempo anche questi lavori potranno avere una crescita delle loro quotazioni, tenendo conto dell’evoluzione della carriera, della notorietà e del successo di ogni artista. Successo che, con questo sistema, potrebbe anche partire dal basso, cioè dal pubblico e non, come avviene usualmente, solo dalla critica, dai mercanti e dai grandi collezionisti. Anche qui, saremmo di fronte a una vera rivoluzione copernicana nel mondo dell’arte.
Per finire, invitiamo tutti a tenere d’occhio questa galleria che ha in programma numerosi eventi artistici, incontri con pittori e ateliers educativi per bambini. Insomma, non solo vendita ma soprattutto opera di sensibilizzazione del pubblico più vasto possibile nei confronti dell’arte perché non siano i soliti privilegiati a potersela permettere.