Nasce a Cuneo nel 1912, penultima di tredici figli, in una famiglia borghese che, al centro delle proprie finalità, pone da sempre la disciplina e la lealtà. Elisa, affascinata da queste doti, trae aspirazione anche da alcuni suoi fratelli, impegnati nell’esercito a servire lo Stato con abnegazione.
Lei possiede un innato desiderio verso la libertà e l’indipendenza. Terminate le scuole superiori, deve scegliere tra due importanti crocevia: il matrimonio (verso il quale, come confesserà più avanti, non mostra particolare attitudine) o il lavoro svolto con particolare dedizione e professionalità. Sceglie ovviamente il lavoro.
Sin da ragazza mostra amore per la ginnastica, tanto che la madre decide di iscriverla ad una società sportiva di spicco denominata “Forza e Grazia”. Si appassiona con entusiasmo e nel 1932 parte per Orvieto ove frequenterà l’Accademia Femminile di ginnastica. Dopo il biennio otterrà il titolo di insegnante di Educazione Fisica nelle scuole medie.
Il Ventennio propone a grandi linee due progetti per la donna: diventare moglie e madre oppure assumere un ruolo di grande e forte sportiva, con caratteristiche decisionali di prontezza, atta soprattutto a comandare. E la determinazione di Elisa è talmente trainante che, gradino dopo gradino, esce dall’Accademia nel 1942 con il grado di Comandante.
Elisa Lombardi svolge le proprie mansioni con grande attaccamento al dovere e vede di buon occhio quando osserva le ragazze dell’Accademia vestite con divise di foggia militare. Forse meno d’accordo quando annota che alcune materie letterarie vengono sostituite con insegnamenti scritti da parte della sezione politica. E tale modifica, come previsto, condurrà alla formazione di vari dirigenti completamente in linea con il Ventennio.
Quando il regime sta dando gli ultimi segni di vita, Elisa deve presiedere alla chiusura dell’Accademia. Lei accennerà in più occasioni a questa spiacevole realtà, che tuttavia non è più procrastinabile, e si propone di giungere a questa inevitabile conclusione con uno speciale contributo: massima serenità.
Le viene proposto di trasferirsi presso la repubblica di Salo’. Lei accetta, ma sua madre si oppone con veemenza a questa sua decisione. Elisa vuole consultare diversi amici per ascoltare le loro opinioni, giustificabili o anche non in linea con i propri giudizi. Uno di questi, dopo averla ascoltata attentamente, le dice di fidarsi della persona che ama di più: la mamma. E la Comandante, dopo un sofferto ed estenuante arrovellamento, decide di optare per l’autorità della famiglia anziché per quella dello Stato.
Terminato il secondo conflitto mondiale, Elisa non va alla ricerca di incarichi di un certo prestigio che potrebbero interessarle. Scrive diversi saggi sui vari metodi d’insegnamento per l’Educazione Fisica, viene invitata a conferenze, ma non se la sente di riattivare quelli che erano stati i modelli che rappresentavano, per lei, l’insegnamento stesso. Si spegne nella sua Cuneo nel 1999, attorniata da tutti i suoi cari.