domenica, Novembre 17, 2024
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Liala, la delicata scrittrice di romanzi non proprio rosa

La nota autrice, nata Amalia Liana Negretti Odescalchi, vede la luce sulle rive del lago di Como, a Carate Urio, nel 1897, da una famiglia aristocratica anche se non agiata. Terminato il liceo, si sposa con il marchese Pompeo Cambiasi, ma il matrimonio dura per breve tempo, anche perché il marito la lascia spesso sola con la figlia Primavera.

Ma la donna non ama rassegnarsi e non desidera vivere un’esistenza fatta di sacrifici e di rinunce. Vuole insomma essere al centro di attenzioni che possano ravvivarla. Le occasioni non le mancano e ha la possibilità di conoscere un altro marchese, un certo Vittorio Scotto, asso dell’aviazione, vincitore di parecchie gare. E in lei nasce l’amore con la A maiuscola.

Ma mentre Liala sta avviando le pratiche per un divorzio all’estero, lo sfortunato aviatore precipita in acqua durante un allenamento e muore sul colpo. La futura scrittrice è affranta e Vittorio lascia in lei un vuoto incolmabile, che trasparirà da tutti i suoi romanzi, tanto da farne un vero e proprio mito. Malgrado la sofferenza, accetterà comunque la proposta del marito di tornare assieme.

Nel 1931 esce il suo primo dei suoi sessantacinque romanzi dal titolo “Signorsì”. Ottiene subito un gran successo di vendite, e l’editore la informa che tutte le copie sono andate a ruba. Gabriele D’Annunzio si interessa subito di lei e non si sforza affatto nel trovarle uno pseudonimo, un nome che possa contenere il sostantivo “ala”. E le scriverà la seguente dedica: “A Liala, compagna d’ali”.

Nelle sue frasi, Liala rifugge dal romanzo rosa permeato spesso di situazioni melensi e di sottomissione all’uomo, e dà vita al desiderio femminile per quella sessualità troppo negata. Tale desiderio si manifesta esplicitamente nei suoi libri e parecchie lettrici la ringrazieranno per aver diffuso un irrinunciabile modo di sognare.

Lei si propone nei suoi scritti con una morale tutta sua, formalizzando ciò che ha in mente da sempre: creare un autentico bon ton nella vita. Con un coraggio davvero impensabile, Liala parla apertamente del suo amore adulterino con Vittorio, senza porre al centro della ribalta il matrimonio e proseguendo nella sua fantasia narrativa.

Ciononostante, non rinnega l’affetto che il marito prova per lei. Si riunisce anzi con lui
in una sorta di riavvicinamento consolatorio, tanto che otterrà da lui una seconda figlia. Vale la pena di citare alcuni dei suoi romanzi. Eccoli: “Sotto le stelle”, “Il tempo dell’aurora, “Il pianoro delle ginestre”, “Trasparenze di pizzi antichi”, “Raccendi la tua lampada, Gipsy”.

Continua a vivere nel suo mondo del tutto particolare sino a tarda età (novantotto anni) e si spegne nella sua residenza di Varese nell’aprile del 1995.

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