La futura poetessa e abile traduttrice nasce a Ferrara nel 1928 e, appena diciottenne, si mette in luce con un’ottima traduzione dell’Eneide in endecasillabi sciolti. Nel 1948 compone poeticamente gli ”Esercizi”. Si tratta di versi che si riallacciano ai poemi indiani dei Veda per poi approdare ai simbolisti francesi e ai lirici tedeschi, tra cui Rainer Maria Rilke.
Giovanna si sposa nel 1957 con il futuro ministro delle Poste e Telecomunicazioni Giulio Orlandi, nel governo presieduto da Aldo Moro. Ne trae forza vitale e prosegue i suoi lavori con molta passione. I giovani tifano per il suo particolare modo di comporre anche se vi è da annotare una critica osservazione di Pier Paolo Pasolini.
Infatti, egli rimarca una distanza assai netta tra poesia-cronaca e poesia pura, provando al tempo stesso dispiacere perché la ”musica” che la Bemporad sprigiona esprime davvero poco, un poco che forse rappresenta un arido autocompiacimento.
Ma è indubbio che gli ”Esercizi” rappresentano poesie più che apprezzabili e lei riceve i complimenti sinceri da parte di amici e soprattutto da critici letterari. Di gran conto sono anche le traduzioni di Giovanna. Citiamo ad esempio quelle provenienti dalle opere di Goethe, dagli scritti di Hugo von Hofmannsthal e dal mondo poetico di Novalis.
In ogni caso, la sua traduzione di spicco rimane l’Odissea, che riflette un respiro stilistico assai ampio, legato ad un ritmo decisamente incomparabile.
Concludiamo con la descrizione della caratterialita’ di Giovanna Bemporad con queste parole da lei stessa pronunciate: ”Non ho avuto mai giovinezza né adolescenza, non ho dato importanza a quella che gli uomini chiamano vita. Ne ho data soltanto alla poesia, alla parola, alla ricerca della parola giusta. Questa è stata la mia unica ragione di vita”.
Ammalatasi verso la fine del 2012, si spegne a Roma nel gennaio del 2013.