di Luca Cordini
In pochi riescono a crederci ma, dopo il fantastico mondiale del 2006, siamo usciti dopo il girone per la seconda edizione consecutiva. Tanti sono stati i fattori della partita: la stanchezza dei giocatori, i cambi sbagliati di Prandelli, i gravi errori dell’arbitro e forse la statistica chiave: la quasi assenza di tiri in porta. Molti adesso accusano il sistema italiano e il numero sempre più basso di giocatori della nostra nazionalità nel campionato, ma la verità è stata un’altra: in Brasile è arrivata una squadra stanca e spenta; le potenzialità c’erano, solo alcuni giocatori convocati non erano all’altezza, ma tutti sembravano certamente spenti e prosciugati.
Tornando alla partita c’è poco da dire, le occasioni sono state poche da una parte e dall’altra e il match è stato risolto solo da un gol su calcio piazzato. Tra gli azzurri non ha brillato quasi nessuno;uno dei pochi, è stato capitan Buffon che, in tutti i modi, ha cercato di trascinare la squadra con parate pazzesche ma non ha ottenuto il risultato sperato. Il peggiore, invece, è facile da individuare ( e non perché tutti ce l’abbiano con lui) ed è Balotelli che, come già accaduto con il Costa Rica, è spento e non riesco a concretizzare nulla, e che, inoltre, gioca spesso da solo ed è il più nervoso in campo, così da costringere Prandelli a sostituirlo dopo il primo tempo.
Ci si può anche attaccare all’arbitraggio, perché la non espulsione di Suarez è ancora più grave dell’espulsione dubbia di Marchisio, ma è chiaro che ci si aspettasse una squadra diversa e più propositiva ma così non è stato. Si torna quindi a casa molto prima di quanto fosse auspicabile, ma non è di certo immeritata la nostra eliminazione. Si ripartirà da un nuovo c.t. e un nuovo presidente della FIGC, sperando di superare almeno il girone tra quattro anni in Russia.