di Carlo Radollovich
Ci troviamo nell’anno 451 e la Chiesa sta attraversando un periodo particolarmente difficile a causa di alcune eresie che si stanno diffondendo. Il pontefice Leone I incarica Abbondio, vescovo di Como, ottimo conoscitore della lingua greca, di recarsi a Calcedonia, località posta di fronte a Bisanzio, affinché difenda energicamente le posizioni ufficiali della Chiesa in occasione del Concilio che qui ha luogo.
Abbondio si avvale nella circostanza del presbitero e del religioso particolarmente ferrato in teologia, Senatore da Settala, futuro vescovo di Milano (472) e più avanti canonizzato da papa Anastasio II. Dopo aspre discussioni che da parte ariana si fanno sempre combattive, le posizioni dogmatiche cristiane vengono confermate in via definitiva, anche se la guerra all’arianesimo non è ancora vinta poiché i seguaci di Ario (256 – 336) insistono nel voler cancellare l’importanza della Santissima Trinità.
A questo punto entra in campo la leggenda, ove si narra che Senatore da Settala prende la parola dopo essersi dichiarato stanco di ascoltare mille argomentazioni in continua contraddizione tra loro. Alla fine del suo illuminato intervento, propone di lasciare ai santi la possibilità di decidere su opinioni tanto numerose e soprattutto contrastanti.
Si tratta di trovare qualcuna o qualcuno morto in odore di santità al quale “affidare”, dopo aver scoperchiato il sarcofago, il compito di districare la complicata matassa.
La scelta cade su Eufemia, una vita spesa a favore della cristianità, martirizzata e sbranata dai Leoni proprio a Calcedonia nell’anno 303 perché si era rifiutata di immolare un bovino, o forse una capra, rendendo culto ad una divinità pagana. L’emozione fra i presenti è altissima. Si apre la tomba e si scopre che il suo corpo si rivela del tutto incorrotto. Sulle spoglie di Eufemia vengono poste due pergamene. Sulla prima vengono scritti tutti i dogmi riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa, sulla seconda sono riportate le tesi sostenute dagli ariani.
Se una delle pergamene dovesse scivolare a terra sarebbe da considerare nulla mentre l’altra verrebbe ritenuta valida a tutti gli effetti. Si narra che, dopo alcuni minuti, il corpo della santa abbia subìto uno scossone, a seguito del quale sia caduta al fianco di Eufemia la pergamena ariana. Il miracolo è compiuto e la morta ha deciso: ha ragione la Chiesa. Pare che alcuni presenti notino uno strano sorriso sul viso di Eufemia.
L’arianesimo attenua via via la propria diffusione sino a scomparire nel VII secolo. Senatore da Settala, dopo la sua nomina a vescovo di Milano, tra le sue prime opere fa erigere una chiesa in onore di Eufemia, nel frattempo dichiarata santa. Il tempio, rimaneggiato nel corso dei secoli, vede qui, nel 1564, il battesimo di Federico Borromeo.