di Carlo Radollovich
Dopo gli spagnoli e gli austriaci, ecco apparire all’orizzonte milanese la figura di un giovane generale francese il quale, dopo aver sconfitto brillantemente le truppe viennesi, si appresta a fare il suo trionfale ingresso in città il 15 maggio 1796.
Si sa che Napoleone Bonaparte rappresenta comunque una potenza straniera, ma è probabile che i nostri concittadini vedano in lui una svolta, una sorta di messaggero capace di far respirare aria nuova, addirittura più fresca. E infatti viene acclamato a furor di popolo.
Nel maggio 1797 viene proclamata la Repubblica Cisalpina e in molti osservano che la relativa carta costituzionale ricalca a grandi linee quella francese, con tanto di idee innovative che inneggiano alla libertà e all’uguaglianza.
Ma l’amara verità sui nuovi padroni viene presto a galla: dopo aver sbandierato ai quattro venti gli ideali che si rifanno alla democrazia, le casse pubbliche della città vengono prese di mira e diverse abitazioni civili sono saccheggiate. Capita persino che alcuni funzionari pubblici, di notte, si muovano per le vie di Milano armati con barattoli di vernice, pronti a cancellare qualsiasi immagine che possa contrastare le nuove idee rivoluzionarie.
Sono però molti coloro che non gradiscono questa iniziativa notturna piuttosto balorda: i più coraggiosi impugnano il bastone andando incontro a sicuri guai, mentre i più timidi lasciano cadere dai balconi delle loro abitazioni alcuni vasi di coccio tentando di colpire qualche funzionario.
E mentre Napoleone si appresta a studiare la Campagna d’Egitto, la coalizione austro-russa riesce ad avere il sopravvento sulle truppe francesi. Ma egli riesce a riprendersi in un tempo relativamente breve, tanto che nel 1805 conquista la corona di imperatore. L’Italia viene trasformata in regno e Milano ne diventa capitale.
Da questo momento, la città sembra risorgere sotto il profilo culturale. Nascono numerosi istituti di scienze, lettere, arti e collegi femminili per la formazione di spose ben preparate in attesa di diventare madri. Qui svolge un’intensa attività la baronessa De Lor, appositamente chiamata da Parigi.
Nel giro di pochi anni, Milano disporrà di una ventina di scuole elementari, due ginnasi e un collegio militare. Non male per una città che si appresta a ospitare circa 130mila abitanti.
Ma si desidera rinnovare anche il volto di Milano. Ad esempio, l’architetto Luigi Canova progetta e realizza l’Arena, che Napoleone vuole al centro di feste, di celebrazioni e anche di naumachia. Nel 1807 viene eretto l’Arco della Vittoria per inneggiare alle conquiste realizzate dal Bonaparte.
Tale monumento tuttavia, non celebrerà le vittorie dell’imperatore perché gli austriaci, ritornati in città nel 1815, lo battezzeranno Arco della Pace per ricordare quell’auspicata tregua di pacificazione (come si vedrà per un limitato periodo di tempo) sottoscritta dal Congresso di Vienna.