di Carlo Radollovich
Da molti anni non transitavo dalle parti di Trenno, alle porte della nostra città, un paesino che conserva costruzioni e caratteristiche della vecchia borgata, ma nel frattempo si è trasformato in un quartiere residenziale, elegante, tuttavia circondato da molti campi. Non so se qui si viva più tranquillamente che altrove, ma gli abitanti, ad un primo impatto, mi sembrano sereni, probabilmente consci di abitare in un luogo tra i più verdi del Milanese.
Certo, con un po’ di nostalgia si ricorda l’ameno borgo di un tempo, solcato da un limpidissimo fiume, l’Olona (oggi irriconoscibile sotto il profilo della trasparenza e dell’incontaminazione), per non accennare a certi gorgoglianti ruscelli o argentei corsi d’acqua che sfioravano vecchie cascine.
Va menzionato che accanto a Trenno figurano altri piccoli centri come Figino, Lampugnano, Quarto Cagnino, San Leonardo, località che vennero assorbite nel 1923 dal Comune di Milano. Osserviamo alcuni di questi paesi sotto il profilo storico. Figino diede i natali ad Ambrogio Figino, apprezzato pittore appartenente alla scuola di Paolo Lomazzo, nonché a Giovanni Figino, grande maestro nell’eseguire artistici incastri, grazie a numerose parti metalliche multicolori applicate su lamine d’oro e d’argento.
Lampugnano ci ricorda l’arrivo delle truppe di Ludovico IV di Baviera, detto il “Bavaro”, incoronato poco più tardi imperatore del Sacro Romano Impero. Egli pose qui il suo quartier generale con la finalità di porre anzitutto sotto assedio la città di Milano per poi proseguire verso Roma.
Come si presentava il territorio di Lampugnano e dintorni? Era ricoperto da boschi decisamente fitti, con una robusta presenza di robinie, faggi e olmi, e soprattutto ricco di selvaggina, tanto che i Visconti, alla fine del XIII secolo, costituivano qui una sostanziosa riserva di caccia. Ove il terreno lo consentiva, si provvedeva a seminare frumento e altri cereali con ottimi risultati.
Infine, vorremmo ricordare Trenno come autentica risorsa per i milanesi nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Essi, alle prese con tessere annonarie e limitazioni alimentari di ogni genere, potevano permettersi l’acquisto di qualche litro di latte in più presso alcune cascine del luogo. Trenno, infatti, era facilmente raggiungibile su carretti trainati da cavalli in poco più di un’ora e addirittura in bicicletta.