di Carlo Radollovich
Al civico 13 di via Bernardino Telesio (zona Mario Pagano) si trova la Fondazione Franco Albini, creata dall’omonimo impareggiabile architetto (1905 – 1977), designer di spicco e accademico, aderente al Movimento razionalista, riconosciuto a livello internazionale per la sua alta professionalità e rigorosità. Nel suo studio si possono ammirare alcune sue interessanti creazioni.
Va anzitutto ricordato che egli fu incaricato di restaurare le Gallerie comunali di palazzo Bianco a Genova e riscosse giudizi molto positivi da parte della critica.
I suoi lavori riguardanti l’attività di designer furono di importanza mondiale: artistici mobili, poltrone, strane maniglie presto diventate famose e pure altri oggetti di grande richiamo ancora oggi venduti all’estero.
Le sue opere sono state meritoriamente riconosciute dallo Stato italiano, tanto che i valori relativi sono stati vincolati come Patrimonio storico culturale. Malgrado le innumerevoli qualità messe in mostra da Franco Albini, egli appariva il più delle volte assai schivo e amava farsi chiamare semplicemente “artigiano”. Questo “modesto” inventore ricevette tuttavia, per ben tre volte, il Compasso d’oro (1955, 1958, 1964) il Premio Olivetti per l’Architettura (1957) e il Premio Royal Designer for Industrie (1971).
Ci ha lasciato più di 20mila disegni, circa 6mila fotografie d’epoca nonché numerosi modelli che rappresentano le sue creazioni. Ricordiamo tra questi la “radio in cristallo” del 1940, il televisore Orion, la curiosa lampada “Mitragliera” e la libreria “Veliero”, una sorta di scultura originalissima che sembra sistemare diversi libri in aria con il solo supporto di alcune lastre di cristallo.
Ma i meriti di Albini si estendono ben oltre: firmò i piani regolatori di Milano e di Reggio Emilia, progettò diverse strutture museali secondo i principi fissati dal Movimento Moderno, ideo’ particolari allestimenti di mostre, disegnò la sede della Rinascente di Roma e partecipò alla progettazione delle stazioni della Linea 1 della Metropolitana milanese. Si narra a questo proposito che il corrimano rosso, da lui realizzato, corrispondesse al ben noto “filo di Arianna”, una sorta di nastro conduttore benefico per accompagnare i viaggiatori dal sottosuolo alla superficie…