di Carlo Radollovich
Si tratta di sampietrini, ricoperti in ottone, collocati per ricordare i milanesi vittime delle crudeltà nazifasciste. In occasione del Giorno della Memoria, la prima “Pietra di Inciampo” venne inserita il 27 gennaio 2017 davanti al civico 55 di corso Magenta, dove viveva Roberto Segre.
Per la verità, il promotore di questa nobile iniziativa risale ad anni addietro (1995) per merito di un artista tedesco, tale Gunter Demning, al quale venne consegnata la Croce al merito di Germania e del Land Baden-Wuerttemberg. Egli fece proprio il seguente passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome”.
A Milano vennero inserite nel frattempo ulteriori “pietre”. Ne citiamo solo alcune: quella dedicata ad Adele Lombroso in via Vespri Siciliani 71, a Dante Coen in via Plinio 20 e a Giuseppe Lenzi in via Spontini 8, tutti scomparsi nei ben noti e tragici Lager.
Va ricordato che esiste un funzionale Comitato denominato “Pietre di Inciampo”, il quale si propone un preciso obiettivo e cioè raccogliere nel ricordo tutte le associazioni che raggruppano nella memoria coloro che sono stati deportati, perseguitati o comunque vittime del Nazional-socialismo per scontri avuti di natura religiosa, idee politiche e razza.
Ci si propone di aumentare queste pietre anche se non tutti i caduti, considerato il loro alto numero (circa sei milioni), potranno essere contraddistinti da queste lapidi.
In ogni caso ci si sforzerà per giungere al numero più alto possibile nel tentativo di non tralasciare quanti si sono sacrificati nel nome di quelle libertà che esprimevano con coraggio in pubblico o che serbavano semplicemente nel loro cuore.