di Carlo Radollovich
Il teatro Cressoni di Como, conosciuto inizialmente come Teatro Nuovo, venne ufficialmente inaugurato nel 1871. Qui, oltre all’esecuzione di numerose opere liriche, recitarono susseguentemente compagnie del calibro di Edoardo Ferravilla e di Ermete Zacconi. Venne poi trasformato in sala cinematografica e definitivamente chiuso nel 1997. Nel corso di quest’anno, iniziò l’opera di demolizione e ora rimangono in piedi solo i muri perimetrali.
Chi avrebbe mai detto che nel corrente mese di settembre, proseguendo i lavori di smantellamento, sarebbe stata rinvenuta nel sottosuolo un’anfora romana in pietra ollare con decine di monete d’oro del quinto secolo dopo Cristo?
Gli esperti, quasi sbigottiti per questa importante scoperta avvenuta nel cuore della città romana (Forum Novum Comum), stanno ipotizzando di arrivare ad un possibile stop dei lavori (dovrebbe essere eretto un lussuoso stabile privato). Poi, in loco, si proseguirebbe con ricerche archeologiche più approfondite, malgrado le difficili condizioni di scavo che si prospettano, a causa della presenza di acqua proveniente dal lago.
Alcune monete sono state prelevate nel frattempo e poi portate all’ufficio milanese del Mibac (Ministero per i beni e le attività culturali) per opportune analisi.
A chi sarebbero appartenute le monete d’oro, oggi di valore inestimabile? Si ritiene che fossero in possesso di una famiglia assai ricca o addirittura di un personaggio di spicco dell’epoca romana.
Si dovrà ovviamente proteggere accuratamente l’intera area, non solo da curiosi invadenti, ma soprattutto da malintenzionati. E quale sarà il valore storico e culturale della scoperta non appena si concluderanno i necessari rilievi? Lo sapremo a breve/medio termine. Certamente, il rinvenimento di eventuali reperti, tenuto conto che alcune epigrafi sono già state localizzate, farebbe supporre che ulteriori fruttuose ricerche possano essere sin d’ora impostate.