di Carlo Radollovich
Probabilmente a marzo, i cittadini milanesi dovranno esprimersi sulla riapertura dei Navigli ricorrendo al referendum. Infatti, il Consiglio comunale ha votato ieri due ordini del giorno a tale proposito, presentati dalla maggioranza. Il primo è passato con 26 voti a favore (Pd), mentre si sono dichiarati contrari il Centrodestra, il Movimento 5 Stelle e Basilio Rizzo. Il secondo è stato approvato, valutando positivamente il progetto presentato la scorsa estate, con 27 voti della maggioranza, 4 astenuti e la non partecipazione al voto da parte del Centrodestra.
Le opposizioni sono apparse sconcertate dall’inserimento di questo referendum poiché la cittadinanza, circa sei anni fa, si era già espressa a favore della riapertura dei Navigli. Il sindaco Sala ha voluto controbattere asserendo che, a quel tempo, non esisteva ancora un progetto concreto e reale, mentre ora i disegni relativi alle opere da eseguire risultano ben precisi, accompagnati dai costi da sostenere e dalle modifiche urbane che si dovranno effettuare.
Si sottolinea che il progetto prevede una prima riapertura di 2,2 chilometri (su un totale complessivo di 7,7), da eseguire entro il 2022, con una spesa di 150 milioni di euro.
La seconda fase, che comporterà un costo pari a 350 milioni di euro, verrà messa in discussione più avanti, in relazione anche agli ampissimi lavori resisi necessari per la realizzazione della linea 4 del metrò.
Da dove perverranno le importanti risorse che si dovranno impiegare ? E’ chiaro che la Regione e lo Stato dovranno svolgere la loro parte, attivandosi per richiedere a loro volta gli indispensabili fondi all’Europa. Ma si confida anche sul sostanzioso contributo dei privati.
Preoccupati per l’eventuale scoperchiamento dei Navigli, si dichiarano i consiglieri del Movimento 5 Stelle, i quali sono certi del grande caos automobilistico e veicolare che si andrà a creare in città.
In ogni caso, il consenso o il dissenso con i quali i cittadini si esprimeranno, risulteranno assolutamente decisivi per questo eventuale “rivivere” dei vecchi Navigli, che le anime più romantiche desiderano e che i milanesi meno sognatori contrasterebbero.