Il 25 aprile 2025 ricorrere l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, data simbolo della storia d’Italia, segnò la fine della dittatura e l’inizio della democrazia e libertà.
L’improvvisa scomparsa di Papa Francesco ha lasciato tutti sorpresi e amareggiati avendolo visto domenica scorsa in TV per la benedizione pontificia Urbi et Orbi, adesso preghiamo per lui.
Circa l’80° della Liberazione, le autorità competenti hanno riferito che la celebrazione nazionale si svolgerà e il 25 aprile a Genova, città della Resistenza, alla cerimonia parteciperà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Per la cronaca, a Milano 80 anni fa il 25 aprile, il partigiano Sandro Pertini, membro del CLN Alta Italia diede l’annuncio radiofonico della liberazione, mentre nelle vie della città si svolse la sfilata delle forze partigiane, guidate in prima fila da: Giovanni Battista Stucchi, Mario Argenton, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei e Fermo Solari.
Per tale 80° il Comune di Milano ha avviato il progetto “Tempo di Pace e Libertà. Ottant’anni di Liberazione”, con oltre 70 eventi, incontri e iniziative sui valori della Resistenza che si svolgeranno nel corso del 2025, oltre alle tante iniziative promosse dall’ANPI.

Parlare della Resistenza significa dare voce alle donne, uomini, religiosi, professionisti, operai, studenti che con coraggio, uniti ai militari di ogni forza e grado che con l’armistizio dell’8 settembre 1943 non si allinearono al volere del fascismo e si diedero alla clandestinità partigiana.
In questa riflessione, vorrei ricordare alcune figure legate a Milano e al territorio del Municipio 8, ne citerò alcune. Suor Donata Castrezzati, madre superiora della Congregazione delle Poverelle dell’Istituto Palazzolo di via Gattamelata e di via Aldini, si distinse per l’aiuto offerto a ebrei e perseguitati politici e con suor Simplicia Vimercati e suor Clara Filippini operarono sostenute dal cardinale Ildefonso Schuster, il quale al loro timore se tale opera fosse consone ai loro voti, il Cardinale Schuster le rassicurò riferendo: “Il regime non rappresenta l’autorità costituita, vi autorizzo a non dire tutta la verità: potreste compromettere molte persone”.

Madre Donata collaborò anche con il giovane sacerdote don Giovanni Barbareschi, in un’opera di aiuto che comportò molti rischi e con le consorelle fu arrestata. Madre Donata dopo la guerra ha continuato il suo impegno all’Istituto Palazzolo di via Gattamelata, già dal 1938 fino al 1952.
A Madre Donata Castrezzati, gli sono stati conferiti diversi riconoscimenti: l’Attestato di Riconoscenza della Comunità Israelitica di Milano e dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane nel 1956; l’Onorificenza del titolo di Commendatore, nel 1962; l’Attestato di Riconoscimento con Medaglia della Chiesa di Milano da parte del Cardinale Carlo Maria Martini nel 1985, il suo nome nel 2017 è stato iscritto nel Giardino Virtuale dei Giusti di Milano al Monte Stella.
Anche Monsignor Giovanni Barbareschi è stata una delle figure più note della Resistenza milanese, fu membro del gruppo clandestino scout cattolico “Aquile Randagie”. Il giovane diacono Giovanni Barbareschi il 10 agosto 1944, per volere del cardinale Ildefonso Schuster andò a impartire la benedizione ai partigiani uccisi in piazzale Loreto, fu ordinato sacerdote il 13 agosto, celebrò la sua prima Santa Messa il 15 agosto, ma la notte stessa fu arrestato dalle SS naziste, mentre si stava preparando ad accompagnare in Svizzera degli ebrei. Don Giovanni, partecipò alla rete di soccorso ai perseguitati ebrei, politici e non solo, dopo nel 1986 pubblicò il libro <Memoria di sacerdoti “Ribelli per amore”>, ha ricevuto la Medaglia d’Argento della Resistenza fu proclamato Giusto tra le Nazioni, nell’ultimo periodo della sua vita fu ospite dell’Istituto Palazzolo, lì si è spento il 4 ottobre 2018.

Nel suo libro don Barbareschi racconta anche la storia di don Andrea Valsecchi, di Castello di Lecco, ordinato sacerdote a Milano nel 1931, negli anni della guerra fu cappellano militare, grazie al suo ruolo, dopo l’armistizio dell’8 settembre riuscì ad aiutare molti militari che non si erano allineati al regime fascista, oltre che aiutare ebrei e civili ricercati, fornendo loro documenti falsi, cibo e rifugio. Dopo la Liberazione entrò nel CLN milanese, fu vicino sia a don Barbareschi che a don Carlo Gnocchi, anche lui ha trascorso gli ultimi anni di vita all’Istituto Palazzolo, lì morì il 3 agosto 1999.
Tra i partigiani laici è opportuno ricordare Aldo Pusceddu, nome di battaglia Renna, nato a Cagliari nel 1921, negli anni ’30 si trasferì a Milano dove visse e lavorò. Nel 1941 fu arruolato nel 22° Reggimento Artiglieria, dopo l’8 settembre 1943 rifiutò di aderire alla RSI e si unì alla Resistenza con alcuni amici del quartiere Musocco – Villapizzone. Aldo Pusceddu, entrò nella 2ª Divisione Garibaldi, guidata da Aldo Aniasi nome di battaglia Iso. Dopo la guerra Aldo Pusceddu visse nel quartiere di Villapizzone, in seguito con l’età e la malattia fu ricoverato all’Istituto Palazzolo, dove morì il 30 dicembre 2011.

Desidero ricordare inoltre il partigiano Giuseppe Calati, classe 1912, partecipò nella lotta di liberazione, operò nella zona Ticinese di Milano rischiando l’arresto e la vita, guadagnando sul campo nel 1943 le stellette di capitano, fu comandante della 117ª Brigata Garibaldi con il nome di battaglia Guido. Anche il Partigiano Franco Colzani, classe 1928, da giovane militò nella 44ª Brigata Matteotti, operativa nel nord – ovest di Milano, nome di battaglia Merlin, è venuto a mancare a 86 anni il 24 aprile 2014.
Un altro simbolo di quel periodo è stata la partigiana Antonietta Romano, nome di battaglia Fiamma, entrò a far parte della 111ª Brigata Garibaldi S.A.P che operava in zona Sempione, lavorava all’Alfa Romeo, con la sua bicicletta distribuiva la stampa clandestina, teneva i collegamenti con altri gruppi oltre a consegnare medicinali ai partigiani, gli fu conferito il riconoscimento della Medaglia Garibaldina, è mancata il 10 aprile 2021.

L’ultimo ricordo va al partigiano Giovanni Marzona, nome di battaglia Alfa, classe 1928, friulano di Invillino di Villa Santina, da giovanissimo entrò a far parte dei partigiani della Carnia nella Brigata Osoppo, svolse il ruolo di combattente contro i fascisti, nazisti e cosacchi. Il partigiano Alfa è mancato il 9 gennaio 2023.
Queste persone, religiosi e laici nel corso degli anni hanno portato la loro testimonianza sulla Resistenza nelle scuole e non solo. A loro va il nostro grazie, per il coraggio e l’impegno, loro hanno reso possibile la rinascita democratica dell’Italia ed è per noi un dovere civico e morale ricordarli ed esserne riconoscenti per non dimenticare.
