di Carlo Radollovich
Nei momenti in cui sta divampando, in toni piuttosto accesi, la discussione-scontro tra chi desidera scoperchiare i Navigli e chi vuole quietamente conservarli ben coperti, ci è capitato di imbatterci in un angolo di via San Marco che ci ha ricordato il corso d’acqua di un tempo.
Ci troviamo verso la fine della via ed ecco apparire la ben nota conca di San Marco, la quale costituiva l’approdo per barche e barconi provenienti da nord, lungo il Naviglio Martesana. La conca è ora completamente priva d’acqua, ma sono ancora osservabili i portoni in legno (o porte), purtroppo fatiscenti, ma perfettamente uguali a quelli disegnati da Leonardo Da Vinci.
L’inventore e scienziato toscano, sin dal suo arrivo a Milano, era affascinato dall’abbondanza di acqua presente in Lombardia. Ciò lo motivò in modo particolare a studiare da vicino i Navigli, specialmente la connessione del Naviglio Martesana alla Cerchia dei Navigli. Per la verità, il collegamento della Martesana con la Cerchia fu messo in cantiere e poi realizzato dall’ingegnare ducale alla corte di Ludovico il Moro, Giuliano Guasconi, nonché dall’ingegnere Bartolomeo Della Valle, seppure sotto la diretta consulenza di Leonardo.
Una pesante difficoltà che si doveva risolvere riguardava il dislivello delle acque tra il Naviglio Grande (proveniente da sud-ovest) e quello Martesana (da nord-est). Il problema era già stato affrontato nel Quattrocento grazie al principio delle chiuse. Ma tale principio richiedeva assolutamente un perfezionamento e la mente di Leonardo trovò la soluzione: l’inserimento di un portello alla base delle porte o portoni. Egli riuscì infatti ad assicurare un’apertura graduale sotto la spinta dell’acqua, regolando in tal modo la pressione sviluppata dall’acqua stessa sui portoni delle chiuse. Il meccanismo, come si ricorderà, veniva azionato espressamente durante il passaggio dei barconi.
A proposito di chiuse, vorremmo ricordare con l’occasione che quella “delle Gabelle”, via San Marco 42, ove i barcaioli pagavano i dazi, è stata riconosciuta alcuni anni fa come opera monumentale vincolata.