Un italiano su due considera la sanità prioritaria per il nuovo Governo, davanti a lavoro ed energia. Decisori a confronto sul valore della salute…
…Quali sono le priorità e le aspettative dei cittadini italiani nei confronti della Sanità e della Salute in generale? La Sanità è ancora al centro dell’agenda politica italiana? Ricerca e Innovazione sono davvero percepite come un volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale del nostro Paese? Quale ruolo possono avere, in tal senso, le Partnership Pubblico-Privato? E, soprattutto, ha ancora senso parlare di spesa o, più correttamente, di investimento in Sanità e Salute? Questi i temi principali affrontati in occasione della quinta edizione dell’”Inventing for Life Health Summit” quest’anno dedicato al tema: “Investing for Life: la salute conta” (#inventingforlife2023), organizzato da MSD Italia e moderato dalla giornalista del TG1 Giorgia Cardinaletti.
«Un solo virus – ha esordito Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – è stato in grado di mettere in ginocchio le economie mondiali; se oggi viviamo una fase di nuova normalità è anche grazie allo straordinario impegno della Ricerca e Sviluppo delle aziende farmaceutiche – unitamente a virtuose Partnership Pubblico-Privato che occorrerebbe mantenere e consolidare per una governance della salute sempre più resiliente, inclusiva e sostenibile. Un impegno che richiede un ecosistema istituzionale, regolatorio ed economico che finalmente guardi con favore all’Innovazione, come fattore generatore di Valore, come un investimento per il Paese anziché una mera spesa corrente».
Il riconoscimento del valore strategico della Sanità e, più in generale, della Salute sembra essersi parzialmente “rarefatto” nell’agenda politica del Paese; così come la copertura mediatica dedicata ai temi sanitari, passata dall’80% dei primi mesi del 2020 (dati AGCOM) a una quota assolutamente residuale ai nostri giorni.
Una percezione che sembra essere avvalorata dai dati della ricerca IPSOS “Priorità e Aspettative degli Italiani per un nuovo SSN”, presentata dal Presidente Nando Pagnoncelli.
«Lo sguardo dell’opinione pubblica sulle prospettive per il Servizio Sanitario Nazionale si rivela composita e densa di attese – commenta Nando Pagnoncelli – superata l’emergenza pandemica, si consolida il tema sanitario come prioritario nelle azioni di Governo, il rinforzo dell’offerta di sanità pubblica a sostegno dei cittadini in un momento di difficoltà economica per le famiglie. Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale continuano ad essere tematiche di rilievo. Cruciale il ruolo della medicina territoriale con il medico di medicina generale e la farmacia al centro. L’alleggerita pressione emergenziale sull’opinione pubblica fa flettere leggermente il credito di fiducia nei confronti delle coperture vaccinali ma non incide significativamente sull’immagine dell’industria farmaceutica nel complesso. Si indebolisce un poco il riconoscimento del contributo di ricerca e sviluppo così come quello del ruolo del farmaceutico nel rilancio economico del Paese, naturale conseguenza di una minore presenza mediatica del settore».
La Sanità è ancora al centro della Politica del nostro Paese?
La pandemia ha dimostrato che una volontà politica forte, con capacità di decisione sulle sfide che il presente e il futuro pongono davanti, può determinare scelte in grado di rivoluzionare assetti consolidati, anche per ciò che riguarda i tradizionali vincoli di bilancio. Ma come si pone la politica italiana di fronte alle scelte che riguardano il futuro del nostro SSN?
«La sanità e il nostro sistema sanitario nazionale sono la priorità del Paese – ha dichiarato l’On. Elena Bonetti, membro della XII Commissione della Camera dei Deputati – Le emergenze nuove che il Covid-19 ha portato e quelle, preesistenti, che la pandemia ha solo evidenziato e aggravato, devono trovare una risposta strutturale di pianificazione e di intervento. Ci serve più personale e una riorganizzazione efficiente, a partire dalla necessità urgente di eliminare le liste di attesa per esami diagnostici, che metta a sistema i tre assi degli investimenti in formazione, in medicina territoriale ed eccellenze. Il PNRR, da solo, non può bastare. Quello che ci occorre è tornare a pensare e pianificare seriamente la sanità italiana, perché il diritto alla salute chiede una risposta politica efficace, efficiente e aggiornata ai bisogni di oggi, anche in considerazione del processo di cambiamento demografico a cui stiamo assistendo».
«La tragedia della pandemia ha evidenziato i limiti del sistema sanitario e ha imposto il superamento di un approccio ragionieristico al tema del diritto alla salute – commenta l’On. Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati – Il ritorno alla normalità richiede un impegno straordinario per recuperare terreno anche su tutti i fronti che non riguardano il COVID ma che continuano ad esistere e sui quali si sono accumulati ritardi a causa del virus. Le priorità sono il reclutamento del personale sanitario e il miglioramento del trattamento professionale e delle condizioni di lavoro dello stesso. Bisogna superare il numero chiuso nella Facoltà di Medicina e rilanciare le Scuole di Specializzazione e definire una Sanità che veda una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, con un incremento delle prestazioni domiciliari. Occorre superare i limiti alla sanità convenzionata per affrontare la questione delle liste d’attesa e affrontare la situazione dei Pronto Soccorso, riguardo alla quale è stato istituito un tavolo al Ministero della Salute».
Ricerca e Innovazione come volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale della nostra Nazione
Ricerca e Innovazione possono rappresentare un volano strategico per lo sviluppo economico, industriale e sociale del nostro Paese: ricerca personalizzata, prevenzione, terapie avanzate, combinazioni tra farmaci, device e tecnologie digitali, multidisciplinarietà trasformano e alimentano le pipeline. E gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026 sono pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo, +10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia.
Secondo Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, «La ricerca scientifica deve supportare la società nel catalizzare innovazione, inclusione, avanzamenti della conoscenza: un principio applicabile a ogni settore e a maggior ragione in quello della salute. In ambito medico la comunità scientifica deve fornire strumenti per rispondere ai bisogni e alle emergenze di oggi – come fatto in questi anni per fronteggiare la pandemia – ma anche guardando al futuro. I progressi raggiunti nel campo della medicina rigenerativa, della neuroimmunologia, della robotica e dell’intelligenza artificiale sono già rivoluzionari, perché frutto di una visione che ha saputo andare oltre. E ancora di più lo saranno in futuro. È necessario muoversi nell’ottica di un sistema equilibrato tra sanità, ricerca traslazionale e di base; soggetti pubblici e privati, innovazione e assistenza. Senza dimenticare che al centro del progresso medico deve esserci sempre la persona: è questo il primo passo per la realizzazione di un nuovo umanesimo, nel quale l’evidenza scientifica rappresenta il metodo e il servizio all’umanità il fine».
Fare i conti con la Sanità: il valore della partnership pubblico-privato
Inflazione, crisi energetica, incertezze causate dal conflitto ucraino hanno costretto il Governo a destinare quasi tre quartidelle risorse a disposizione nella Legge di Bilancio per finanziare misure contro il caro energia a sostegno di imprese e famiglie.
«Quando parliamo di aumentare le risorse destinate alla salute, quindi al benessere degli individui, dobbiamo pensare a quello che spendiamo oggi come un risparmio per domani – ha dichiarato la Sen. Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica – Investire in salute rappresenta una indifferibile priorità strategica per la sicurezza e lo sviluppo produttivo, economico e sociale dell’Italia. Per questo è necessario sostenere un maggiore investimento in ricerca e in salute nel nostro Paese, anche compiendo scelte coraggiose. Ad esempio, si possono studiare nuovi modelli di rendicontazione per alcune voci di spesa del bilancio pubblico, come quelle destinate alla prevenzione vaccinale e allo sviluppo di terapie innovative. Si tratta, infatti, di una spesa corrente che esplica il proprio valore nel tempo, producendo benefici futuri, e che dovrebbe essere affiancata da una programmazione più efficace con l’obiettivo di assicurare a tutte le persone un accesso omogeneo alle cure e all’assistenza sanitaria».
«All’emergenza pandemica è seguita una importante crisi economica e sociale che, unita alle conseguenze del definanziamento al quale per molti anni è stata sottoposta la sanità pubblica, rischia di mettere in discussione i principi di universalità, equità e uguaglianza del nostro Servizio sanitario nazionale – dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva – La salvaguardia degli stessi è un obiettivo per il quale cittadini, istituzioni pubbliche e soggetti privati devono accrescere il loro impegno, ognuno per la propria parte e unendo le forze. In particolare, occorre lavorare sull’accesso, ai servizi e alle terapie, e fare in modo che le cure, anche innovative, siano disponibili in tempi equi e uniformi sul territorio nazionale. Per far questo bisogna che le istituzioni si impegnino a superare una serie di ostacoli sulla via dell’eguaglianza, primo fra tutti l’aggiornamento e l’esigibilità dei Livelli essenziali di assistenza, fermi ormai al 2017».