sabato, Novembre 23, 2024
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PORTA ORIENTALE

di Carlo Radollovich

Furono i Romani, quando eressero nella nostra città le mura repubblicane sotto Ottaviano Augusto, ad aprire una Porta all’altezza dell’attuale via Agnello, battezzandola “Argentia “ (secondo altre fonti “Argentea”).

Sembrerebbe evidente il riferimento alla cittadina “Corte Argentia” località molto vicina a Milano (oggi Gorgonzola) sulla strada per Bergamo.

Nel III secolo d.C., con la costruzione delle nuove mura erette dall’imperatore Massimiano (250-310), la Porta venne spostata dove oggi è situata piazza San Babila, ma il suo nome rimase immutato. I nostri lettori si chiederanno quale relazione ci fosse tra “Argentia” e il nobile metallo: ebbene, nessuna attinenza al riguardo. Scattò semplicemente il riferimento al colore del terreno presente in loco, decisamente più chiaro (quasi argenteo) rispetto ad altri vicini.

In un documento dell’ VIII secolo si legge la citazione “Porta Argenta”, nome al quale i milanesi si affezionarono in modo particolare. Susseguentemente lo trasformarono in “Arienza” e poi in “Renza”, quando la Porta venne ancor più spostata verso l’esterno.

All’inizio del secolo XI, Landolfo il Vecchio (1050-1110), scrittore, presbitero e strenuo difensore di molte tradizioni milanesi, coniava nella sua Mediolanensis historia il nome “Porta Orientale”. Attraverso questo ingresso, nel 1629, giunse a Milano un certo Pietro Antonio Lovato. Secondo le cronache dell’epoca, egli entrò in città dopo avere abbandonato l’esercito dei Lanzichenecchi in cui militava, indossando abiti infettati di peste, morbo che si diffuse celermente e che provocò la luttuosa e tragica epidemia del 1630.

Il nome “Porta Orientale” durò ufficialmente sino al 1860 (nella foto è riprodotta la Porta demolita all’inizio dell’Ottocento), quando la giunta comunale decise di onorare la città di Venezia e tutti i suoi patrioti (che nel 1849 resistettero per quattro mesi al durissimo assedio austriaco prima di crollare per la fame e per il colera), dedicando alla Serenissima la ribattezzata “Porta Venezia” e il lungo, alberato corso.

Va comunque ricordato che, nel periodo di occupazione francese (1796-1814), essa assunse il nome di “Porta Riconoscenza”, un nome troppo ossequioso per gli invasori d’Oltralpe, destinato ad essere cancellato subito dopo la caduta di Napoleone.

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