di Carlo Radollovich
Secondo recenti stime, si calcola che i lupi presenti nell’Oltrepo Pavese siano una sessantina ed essi si muovono astutamente in piccoli branchi, alla ricerca disperata di cibo, anche nei pressi di alcuni paesi a sud di Voghera e non solo.
In questi giorni la Val Staffora, che rientra nel bacino idrografico del torrente Staffora (un corso d’acqua di 60 chilometri), è al centro dell’attenzione a seguito di preoccupanti segnalazioni di diversi contadini, i quali hanno denunciato attacchi decisi nei confronti di pollame, ma anche di mucche e pecore. I lupi hanno persino aggredito un cane da guardia, divorandolo sino alle ossa e lasciando sul terreno inguardabili resti del loro pasto.
Il pericolo è decisamente reale e la popolazione (allevatori compresi) si vedrà prima o poi costretta a reagire anche se, opportunamente, si è voluto anzitutto informare della situazione i carabinieri e gli uomini della Forestale.
Si sa che il lupo, da alcuni anni, si muove nei territori boschivi delle provincie di Pavia, Alessandria e Piacenza e sussiste il timore che il loro numero possa presto ingrandirsi. Resta la constatazione che, rispetto al recente passato, le incursioni di questi famelici animali non siano più sporadiche o rare, ma facciano registrare assalti davvero continui. Infatti, non si accontentano più di effettuare attacchi presso cascine isolate o casolari sperduti, ma si fanno notare durante le ore notturne anche presso centri abitati, incutendo paura e sgomento.
E’ vero che l’affiorante biodiversità nelle nostre campagne (ossia la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali) rappresenta un ottimo segno di salute e tutti noi ci compiacciamo nel notare l’integrazione in loco di animali selvatici con la natura, ma sarebbe opportuno disciplinarne lo sviluppo, evitando proliferazioni fuori controllo come purtroppo accaduto con i cinghiali.
