Si tratta di una specie di trota che può essere pescata facilmente, ma che la Regione Lombardia ha definito non più immettibile nei nostri fiumi, canali e laghi. Si potrà catturare questo pesce sino a quando sarà possibile eseguire questo tipo di pesca e poi si dovrà, purtroppo, ripiegare sulle trote del tipo “fario”. Questa operazione ha fatto subito indispettire l’associazione Pescatori Dilettanti, la quale ha replicato a questa delibera, asserendo che la iridea fa parte del territorio lombardo. I pescatori dilettanti si rivolgono alle iridee con canna fissa, praticando una pesca ricorrendo spesso alla mosca, e ciò crea un clima di distensione tra i vari addetti.
Per la verità, una direttiva europea del 1992, mai applicata, prevedeva una sospensione dell’immissione delle iridee, ma ancora oggi si attende una legge definitiva. Nel frattempo, una Commissione Nazionale ha riassunto le specie ittiche che possono essere introdotte nelle nostre acque, per poi trasmettere il tutto al ministero dell’Agricoltura. Da qui si attende una definitiva presa di posizione.
Si sottolinea il fatto che, anni fa, erano state le trote fario ad essere vietate. Diventate quasi rare, oggi raggiungono un prezzo di molto superiore alle iridee. Ma resta comunque la constatazione che le iridee fanno parte delle nostre acque da almeno 150 anni, quando furono importate dagli Stati Uniti, allora presenti (e lo sono tuttora) nei fiumi del bacino del Pacifico.
Ora una breve informazione sulla trota iridea. Depone le uova durante la primavera in fiumi di limitato corso o anche in laghi moderatamente poco profondi e può ibridarsi, naturalmente, con la trota arcobaleno. Ma può anche crescere in ruscelli che scorrono su terreni alluvionali. A volte è riconoscibile per la “gola rossa” ossia una colorazione su un lato della mascella inferiore.

