Come dovrebbe essere calcolato il contributo di un’impresa, nel caso specifico di un’azienda farmaceutica, alla creazione di valore per un territorio?…
Diversi sono i parametri che possono essere presi in considerazione.
Come il rilancio dell’economia e di un’occupazione qualificata, lo sviluppo dell’indotto, la rivitalizzazione dei poli produttivi di eccellenza, che sempre più spesso rappresentano i veri asset della crescita economica.
Ma ancora, la riduzione degli squilibri nel mercato del lavoro, l’attenzione al benessere dei collaboratori, l’impegno per il progresso delle scienze della vita, le ricadute positive nell’introduzione di un nuovo farmaco nella pratica clinica.
Non meno importante, poi, il contributo al mantenimento dell’integrità del territorio e dell’ecosistema, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Questa la chiave di lettura proposta in occasione dell’evento svoltosi nei giorni scorsi a Roma per la presentazione del Report: “Il valore di Merck in Italia. Studio di impatto della presenza di Merck in Italia per la creazione di valore per i territori di riferimento e per il Paese”, realizzato da The European House – Ambrosetti per Merck Italia.
All’interno del report si è utilizzato il modello multidimensionale basato su “4 capitali” (Economico, Ambientale, Sociale e Cognitivo), per valutare l’impatto delle attività di Merck nel nostro Paese ed il contributo dell’azienda allo sviluppo sostenibile dei territori in cui è presente.
Dal Report emerge la fotografia di una realtà per la quale l’Italia risulta un Paese “chiave”, in tutti gli ambiti presi in esame, con evidenti elementi di eccellenza e distintività nel panorama imprenditoriale.
Merck in Italia: una presenza distintiva
Merck è un’azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, che opera in 66 Paesi nel mondo con oltre 64 mila dipendenti, 22,2 miliardi di euro di ricavi e investimenti in R&D per 2,2 miliardi di euro. Una realtà in cui l’Italia svolge un ruolo importante, con un fatturato annuo di 1,2 miliardi di euro (6^ tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero presenti nel Paese), 1.200 dipendenti e 23,8 milioni di euro di investimenti in R&D.
Merck Italia è presente nel nostro Paese da oltre un secolo, ed è oggi protagonista in tutte e tre le sue aree di business (Healthcare, Life Science ed Electronics), con attività di ricerca & sviluppo, produzione e distribuzione. Oggi è l’unica tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese a coprire tutte le fasi della filiera, in quattro diverse Regioni (Piemonte, Lombardia, Lazio e Puglia).
In totale Merck ha investito in Italia 319,5 milioni di euro tra il 2015 e il 2022, con un incremento del 6,5%, a fronte di un + 3,3% della media del settore farmaceutico. Un valore superiore all’intero finanziamento PNRR per Start up.
In particolare, nel sito produttivo di Modugno-Bari sono stati investiti 169,4 milioni di euro negli ultimi 8 anni, a testimonianza dell’importanza di questo stabilimento per il Gruppo Merck. Oggi i farmaci confezionati nel sito produttivo raggiungono 150 Paesi nel mondo, per un valore delle esportazioni, nel 2022, pari a 700 milioni di euro, dati che dimostrano una propensione all’export maggiore rispetto alla media delle multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese (56% vs 44%).
Il fatturato, il numero dei dipendenti e gli investimenti in Ricerca & Sviluppo sono la carta di identità di un’azienda e ne dimostrano la solidità; tuttavia, questo importante valore economico deve essere visto anche in termini di ricadute positive sulla società e sul Sistema Paese.
L’approccio metodologico utilizzato nel report tiene conto del Valore Aggiunto diretto generato dalle attività di Merck nel nostro Paese, quello indiretto, creato dall’attivazione delle filiere economiche per effetto degli acquisti di beni e servizi e delle relative relazioni di subfornitura, e quello indotto, prodotto dai consumi delle famiglie per effetto delle retribuzioni di Merck in Italia e delle aziende delle filiere coinvolte.
Applicando questo modello, si ottiene un contributo totale al PIL italiano da parte del Gruppo di 403 milioni di euro, per effetto di un moltiplicatore economico di “2”. Il che significa che per ogni euro di Valore Aggiunto generato nel 2022 da Merck in Italia, si attiva 1 euro aggiuntivo nell’intera economia del Paese.
Si tratta di un contributo significativo per un Paese che si trova impegnato ad affrontare una serie di importanti sfide.
“In un contesto di forte incertezza a causa delle tensioni geopolitiche in atto, l’Italia deve affrontare la sfida della crescita”, dichiara Veronica De Romanis, Economista, Docente di European Economics Luiss Roma e Stanford University Firenze. “Per farlo, dispone di uno strumento nuovo come il Piano nazionale di ripresa. Al contempo, però, va ridotto l’enorme stock di debito pubblico per liberare risorse. È cruciale investire in capitale umano e nel welfare per garantire una crescita inclusiva e sostenibile. Serve, quindi, un piano di lungo termine di riqualificazione e ricomposizione della spesa. Conti pubblici in ordine consentono, peraltro, di aver maggiore potere negoziale ai tavoli europei. I dossier in discussione sono molteplici a cominciare dalle nuove regole di bilancio fondamentali per definire la capacità di investimento futura del Paese”.
Un valore fondato sull’attenzione alle persone
I risultati economici hanno profonde radici nell’eccellenza delle politiche delle risorse umane. Per questo motivo il contributo di Merck al “capitale sociale” si realizza anche attraverso il valore attribuito ai dipendenti.
Gli occupati diretti di Merck Italia sono 1.190, a cui si aggiungono gli impatti occupazionali indiretti e indotti. Con un moltiplicatore occupazionale di “3.2″, per ogni persona direttamente impiegata, l’attività del Gruppo sostiene 2,2 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese, contribuendo complessivamente all’occupazione di 3.754 persone.
Come per l’ambito economico, anche in quello relativo al “capitale sociale” Merck si differenzia in molti altri aspetti.
In primo luogo, per quel che riguarda la stabilità dei contratti di lavoro. Negli ultimi quattro anni (dal 2019 al 2022), Merck Italia ha incrementato la percentuale di dipendenti a tempo indeterminato, passando da un 95% a un 98%, rispetto al 95% del comparto farmaceutico e all’83% delle imprese italiane.
Anche la quota di occupazione femminile sul totale degli occupati è superiore a tutti i benchmark. Parliamo di un 51,4% per Merck Italia, un 44% per il settore pharma e un 42% per la media delle aziende italiane.
Una realtà “in rosa”, dunque, che dedica particolare attenzione anche alla leadership femminile: negli ultimi quattro anni Merck Italia ha incrementato la percentuale di donne in posizioni manageriali del 10,5%, arrivando al 43,3%, (vs una media italiana del 29%). L’azienda ha, poi, scelto figure femminili per le posizioni apicali dei suoi tre stabilimenti Healthcare e per la sede Life Science ed Electronics di Milano.
Anche la percentuale femminile sugli addetti alla ricerca vede Merck Italia sopra la media del settore: 58% vs 53%.
Si tratta di un importante segno distintivo, in un Paese che vede le donne ancora ai margini del mercato del lavoro (55%) all’interno della UE (valore medio:71,8%). Per le nuove assunzioni, poi, (210 negli ultimi quattro anni), Merck Italia ha tenuto in grande considerazione oltre le donne (59%), i giovani under 30 (34%).
Work Life Balance e People Care per un approccio smart al lavoro
Per creare un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro, Merck Italia offre ai propri dipendenti soluzioni che coniugano produttività e flessibilità, come lo smart working, gli orari flessibili e il part time.
In un contesto nazionale dove il lavoro agile è ancora poco diffuso rispetto alla media dei Paesi UE (11,2% vs 22,4%), Merck Italia si distingue con il 71% dei dipendenti che ha fatto ricorso allo smart working nel 2022.
Appare, dunque, chiaro come Merck Italia sia molto sensibile al benessere e alla salute dei propri collaboratori, attraverso una filosofia di supporto alla persona, che va da iniziative mirate al sostegno in particolari momenti della vita, a campagne di prevenzione e programmi educazionali sui corretti stili di vita.
L’azienda dedica grande attenzione alla formazione e alla crescita delle nuove generazioni di lavoratori. A loro, infatti, sono dedicati progetti realizzati con il mondo accademico e scientifico, creando veri e propri bacini di sviluppo di competenze, dando vita ad un network di talenti che si muovono in tutti i Paesi del mondo, con posizioni di crescente responsabilità. Ed è anche grazie al valore e all’impegno delle proprie persone che Merck ha raggiunto una posizione di leadership nel panorama mondiale delle aziende farmaceutiche.
“Incrementare l’occupazione femminile è sicuramente un obiettivo desiderabile, ma incrementarla senza considerare in che settore le donne sono occupate non è necessariamente un bene. Raggiungere la parità di genere, infatti, vuol dire anche diminuire l’indice di segregazione, facendo in modo che le donne lavorino in settori in cui attualmente sono sottorappresentate”, spiega Barbara Martini, docente di Politica economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e delegata del Rettore alle Pari Opportunità. “Ecco perché aziende che investono sulle donne, sui giovani e sulle competenze, come in questo caso, rappresentano un modello virtuoso che può fungere da esempio anche per la filiera e per le realtà che operano nello stesso comparto. Puntare sulla leadership al femminile e, più in generale, su un modello aperto alla diversità e improntato all’inclusione, avvantaggia l’impresa perché porta punti di vista e soluzioni differenti e innovativi”.
Fare la differenza “oltre il farmaco”
Nell’area Healthcare, Merck è impegnata nel prolungare, migliorare e favorire la vita in tre aree specialistiche: oncologia, neurologia e medicina generale (cardiologia, endocrinologia e fertilità). Ambiti terapeutici tra i più impattanti in termini di mortalità, aspettativa e qualità di vita, con implicazioni rilevanti per il futuro del Paese e dei costi per i sistemi sanitari. Nel corso della propria storia l’azienda ha contribuito a far progredire le conoscenze mediche, sviluppando terapie che hanno contribuito a cambiare la storia naturale di alcune patologie, come la sclerosi multipla, area in cui Merck ha avuto un ruolo “pionieristico”.
Tuttavia, l’eccellenza nella ricerca e nella produzione di farmaci innovativi è sì necessaria, ma non sufficiente.
Merck è, infatti, convinta che la cura non si esaurisca con il trattamento farmacologico, ma sia altrettanto decisivo supportare il paziente e chi se ne prende cura con un approccio “beyond the drug”, mirato a favorire il dialogo medico-paziente, la conoscenza delle patologie, e la gestione della propria condizione.
Per fare ciò l’azienda utilizza canali di comunicazione e modalità diversificate e innovative. Perché una realtà nata e cresciuta sul valore delle persone, non può che mettere le persone in cima alla scala dei propri valori, nella convinzione che chi si impegna per la salute della collettività, non può trascurare le dinamiche sociali ed i bisogni insoddisfatti.
Un business sostenibile attento al territorio
Il contributo di Merck alla creazione di valore in Italia può essere ricondotto anche ad un’altra dimensione, il “capitale ambientale”, che implica il mantenimento dell’integrità del territorio, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni, il miglioramento dei processi aziendali, la sicurezza sul lavoro, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’impatto ambientale del settore farmaceutico è rilevante per le emissioni di gas serra (ad oggi circa il 4,5% di quelle globali), i consumi energetici, idrici, l’inquinamento dell’acqua, la produzione di rifiuti.
A livello globale Merck ha investito 148 milioni di euro nel 2022 (+4% rispetto al 2019) per mitigare gli impatti ambientali prodotti dalla propria attività.
In Italia, Merck sta costantemente migliorando le proprie performance nelle principali dimensioni ambientali. Tra il 2020 e il 2022 le emissioni di CO2 sono calate del 27,6%, i consumi elettrici del 2,5% e i consumi idrici del 3,7%. Complessivamente il valore monetario di questi risultati positivi dell’ultimo triennio è stato quantificato in circa 1,8 milioni di euro.
Tra il 2019 e il 2022, poi, Merck Italia ha riciclato circa il 70% dei rifiuti che ha prodotto. Contributo rilevante se pensiamo che il nostro Paese è al terzo posto nella UE per rifiuti generati.
“In questi giorni si sta tenendo a Dubai la COP28 sul clima, a cui tutto il mondo sta guardando e sperando in un miglioramento degli obiettivi climatici dei Governi al 2030 e 2050”, commenta Raimondo Orsini, Direttore Generale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Non sappiamo quale sarà l’esito del negoziato, ma ciò che ormai è certo e condiviso da tutti è la consapevolezza che le imprese, i cittadini ed i territori saranno il vero motore della decarbonizzazione dell’economia e della transizione ecologica. È fondamentale e lodevole quindi, che un gruppo come Merck abbia preso sostanziosi impegni globali per la riduzione degli impatti ambientali delle proprie attività, ed è ancora più importante che questi impegni siano realizzati da Merck in Italia, dove la crisi idrica e quella climatica sono particolarmente significative.”
“L’Italia è molto importante per la strategia europea e anche globale di Merck – dichiara Jan Kirsten, Presidente e Amministratore Delegato Healthcare di Merck Italia – In questo Paese abbiamo una presenza integrata e distintiva, in grado di creare valore per il Gruppo e per il territorio, con eccellenze nelle aree della produzione farmaceutica e della R&D. In questo ultimo ambito ci distinguiamo sia per i nostri contributi alla ricerca, con 85 studi clinici nell’ultimo triennio, sia per il livello dei nostri ricercatori. Tra questi, il 58% sono donne, a dimostrazione che Diversity & Inclusion, eccellenza e propensione all’innovazione vanno di pari passo. Questi importanti risultati nella promozione della D&I, oltre che nella valorizzazione delle nostre persone e nella riduzione del nostro impatto ambientale, così ben descritti nel report realizzato con European House – Ambrosetti, ci rendono orgogliosi e rafforzano la nostra identità di azienda “In love with care” particolarmente attenta alla sostenibilità.”
“Il nostro Paese necessita di maggiori e crescenti investimenti, soprattutto dall’estero. In particolare, gli investimenti in R&D e innovazione sono quelli che più efficacemente possono sostenere la crescita dell’Italia e la sua competitività in questa fase economica” dichiara Valerio De Molli, CEO e Managing Partner di The European House – Ambrosetti, “A livello globale, è proprio il settore farmaceutico a sostenere investimenti crescenti, con un focus su ricerca e innovazione: le aziende farmaceutiche a capitale estero sono responsabili del 70% degli investimenti mondiali in R&D del settore e, nel nostro Paese, del 90% degli investimenti in ricerca clinica. In questo contesto, Merck genera un contributo fondamentale per l’Italia, che abbiamo analizzato e presentato con fatti ed evidenze all’interno dello studio di impatto presentato”.