di G.P.
E’ da ormai due anni – ottobre 2016, per la precisione – che a Milano la carta d’identità elettronica ha sostituito ufficialmente la versione cartacea, ormai rilasciata solo in casi di estrema urgenza, e comunque destinata – causa esaurimento della speciale carta con cui è realizzata – alla totale dismissione nel corso dei prossimi anni.
Solo negli ultimi 2 mesi sono quasi 30mila le carte d’identità elettroniche emesse dagli sportelli dell’Anagrafe meneghina: circa 17.000 nel mese di giugno, e 13.000 in quello di luglio. Numeri da record giustificati dalla coincidenza con le partenze estive dei milanesi.
Grazie all’introduzione della nuova carta – realizzata in policarbonato e stampata mediante la tecnica del “laser engraving” – si calcola che sono calati drasticamente anche i casi di contraffazione e di furto d’identità: la carta d’identità elettronica, infatti, è più sicura rispetto a quella cartacea, essendo dotata di un numero seriale unico nazionale e, soprattutto, di un microchip a radio frequenza, il quale, memorizzando i dati anagrafici del titolare (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, luogo di residenza, codice fiscale), la sua foto, e le impronte digitali (la cui lettura, ricordiamo, è autorizzata solo in casi estremamente gravi, e per la quale è comunque necessario il rilascio dell’autorizzazione da parte del Ministero dell’Interno) – consente sempre di verificare e comprovare l’identità dello stesso.
Chi recentemente ha richiesto l’emissione della carta d’identità elettronica presso l’Anagrafe, si sarà reso conto che – rispetto a qualche anno fa – alcuni dei dati un tempo ritenuti necessari, non vengono più richiesti dal personale allo sportello al momento del rilascio della carta. Tra questi, ad esempio, la professione, il colore degli occhi e quello dei capelli, e lo stato civile: tutte informazioni evidentemente considerate al giorno d’oggi soggette a costanti mutamenti e variazioni per poter essere stampate, nero su bianco, su un documento con validità di 10 anni. Tra le informazioni strettamente personali da dichiarare, rimane invece il dato sulla statura, con buona pace di chi – e siamo tanti – non può vantare esattamente l’altezza di un giocatore di basket.