di Ugo Perugini
Cercare il senso nell’arte del grande artista svizzero Alberto Giacometti (1901-1966) è tutt’altro che facile. Giacometti fa come Teseo che accetta da Arianna un filo, esile ma significativo, con il quale entra nel labirinto per trovare il Minotauro.
Il filo è una linea che si dipana, gira, si volge su se stessa, sembra non trovare vie d’uscita, ma contemporaneamente descrive un percorso, si fa senso, offre una soluzione all’enigma della vita, che è un disegno fatto di grovigli spesso inestricabili ma che aspetta da ciascuno di noi un’interpretazione.
Osservate i disegni di Giacometti. Si scorge davvero l’emozione di un grafico di onde cerebrali che sembrano lavorare freddamente su due binari, quello del movimento inafferrabile e quello della trasparenza, che resta parvenza illusoria. Il disegno, allora, diventa come un esame diagnostico, che ha la capacità di cogliere onde cerebrali che emanano cariche elettriche appena percettibili ma che nel tracciato complessivo rivelano essenze reali. E da esse traiamo un senso, un valore.
“Non era appassionato, era posseduto” diceva di lui Beckett. Qualcosa di vero c’è e lo stesso Giacometti lo ammetteva: nel ritrarre una persona non la si “riconosce” più, tutti diventano “sconosciuti”, staccati come sono da una presunta realtà che è soprattutto illusorietà.
Se l’attività di disegnatore di Giacometti è poco conosciuta, occorre rimediare. Sì, perché è proprio attraverso il disegno che possono diventare ancor più comprensibili e apprezzabili le sue sculture, le sue pitture. Ed ecco perché è utile la mostra “Grafica al confine tra arte e pensiero” che si può visitare al m.a.x. Museo di Chiasso.
Quattrocento fogli: dalla xilografia all’incisione a bulino, dall’acquaforte alla litografia; spesso utilizzati come illustrazioni di libri. A essi si aggiungono alcuni dipinti, disegni, sculture e fotografie. Un’occasione per entrare meglio nel mondo di un artista davvero originale.
L’esposizione, con prestiti di prestigiose istituzioni e collezionisti privati svizzeri e non solo, è curata da Jean Soldini, filosofo e storico dell’arte, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina.
Il catalogo della mostra di Alberto Giacometti contiene diversi saggi, oltre a quello del curatore Jean Soldini. Casa editrice Albert Skira, Milano/Ginevra, 2020, pp. 400, italiano/ inglese. CHF 36 o euro 36.
Per la mostra di Giacometti, il museo sarà aperto fino al 10 gennaio 2021, nei seguenti orari (10.00-12.00 e 14.00-18.00).